Un giorno, per non fare tardi mi recai al lavoro senza fare colazione, pensando che avrei rimediato qualcosa presso la cucina dell'Ospedale n. 93, in località Foglino, dove lavoravamo, senonché, alla mia richiesta, il cuoco mi fece osservare che ormai le razioni erano state già distribuite e che, se volevo arrangiarmi, poteva darmi solo della gelatina al cioccolato. Me la fece assaggiare e la trovai squisita. Era tanto tempo che noi tutti facevamo astinenza, specialmente di dolci. I1 cuoco, veduto il mio palese gradimento, mi regalò addirittura tutto il barattolo da 5 Kg.!
Lo ringraziai, portandomi la confettura sul posto di lavoro, dove c'era mio fratello e il mio amico D.O.. Noi avevamo allora il compito di riempire con la sabbia migliaia di sacchette che poi venivano messe a cinta esterna delle tende dell'Ospedale a protezione dalle schegge delle granate. Per farla breve, solo noi tre, tra una cucchiaiata e l'altra, finimmo presto, ingordamente, l'intero barattolo per poi riprendere il lavoro sospeso. Però, non passò un quarto d'ora che iniziò il mal di pancia e di stomaco: La gelatina aveva causato un effetto dirompente nelle nostre viscere. Ci alternammo frettolosamente nell'andare dietro un vicino canneto!
Il nostro capo-sezione americano, passando verso mezzogiorno, oltre a trovare pochi sacchetti riempiti, notò lo strano andirivieni. Il Big-boss, padre del nostro amico, fu chiamato a rapporto ed informato dell'incidente occorsoci: tutto finì in una gran risata, mentre noi, anche il giorno successivo, seguitammo a correre a turno dietro il canneto. |