Nella tarda mattinata del 9, dopo che il colonnello tedesco aveva parlamentato in piazza col gen. De Cornet e con il col. Toscano ingiungendogli di arrendersi, e saputo della razzia operata ai danni della Sora Maria, insorgemmo contro i tedeschi che, praticamente già controllavano la piazza. Con pochi altri ci recammo al Comando di Presidio dove ci ponemmo a disposizione, per qualsiasi occorrenza.
C'era un gran subbuglio, un grande andirivieni di ufficiali, per via delle linee telefoniche che erano stato sabotate dai tedeschi, nel corso della notte. S'avvicendavano ufficiali di ogni ordine e grado, che cercavano di prendere ordini per i loro reparti sottoposti quando, il colonnello Toscano decise di inviare un ufficiale superiore ed un subalterno, alla volta di Anzio, presso il comando di difesa costiera, per conoscere la loro situazione. Non conoscendo l'esatta ubicazione del Comando, istallato presso il Circolo Tevere-Remo, mi offersi io di accompagnarli. A bordo di una 1100 Torpedo ci recammo ad Anzio e, poco prima d'arrivare, all'inizio della scesa, c'imbattemmo con un cannone puntato verso la Piazza dove, tra i militari intorno al pezzo, scorsi il mio amico Ruro R., al quale gli ufficiali chiesero del Comandante.
Sollecitamente questi lo rintracciò e lo condusse presso la macchina degli ufficiali: il maggiore Santilli stava ragguagliando il superiore circa la situazione e le azioni dai suoi reparti effettuate quando vedemmo giungere a piedi, dalla piazza, un tedesco con la bandiera bianca. Era un ufficiale che voleva parlamentare col comandante, al quale disse, parlando correntemente l'italiano, che era rammaricato del fatto che fino al giorno avanti si era andati d'accordo, mentre ora ci si sparava l'un contro l'altro, e che se il comandante non avesse fatto desistere dallo sparare i cannoni della piazza, entro un'ora, dal loro poligonetto di tiro di Anzio Colonia, avrebbero cannoneggiato il centro di Nettuno ".
Il maggiore Santilli replicò a1 tedesco che non aveva ordini superiori al riguardo. L'ufficiale, con la bandiera bianca nella mano sinistra salutò, girò sui tacchi e s'allontanò, passando questa volta per Via della Pineta, per raggiungere sollecitamente Anzio alto, dove avevano il Comando a Villa Mattoli. Gli ufficiali si congedarono frettolosamente dal maggiore per aggiornare tempestivamente il colonnello Toscano della minaccia appena udita. Si emozionarono talmente che nel fare manovra e ripartire, dimenticarono di farmi salire. Mentre s'avviavano salii sul predellino ed aggrappato al cofano del motore, raggiungemmo Nettuno. Io m'incaricai immediatamente verso i carabinieri di far suonare le sirene d'allarme per avvisare la popolazione dell'imminente attacco. Dopo poco infatti,, a seguito del cannoneggiamento, ferirono alcuni civili in Piazza del Mercato e danneggiarono molti tetti dei fabbricati. |