Sul muro ci sono ancora i fori delle raffiche dei mitra
che i tedeschi spararono addosso ai giustiziati |
- Antonio Picchioni, padre di sei figli, fu arrestato durante un rastrellamento e condotto presso il Comando dal quale, dopo un giorno, fu fatto uscire e barbaramente ucciso mentre si apprestava a scendere per via Duca degli Abruzzi per fare ritorno a casa. Era il 10 ottobre 1943.
- Luciana Cocci, studentessa diciottenne, percorreva Via Santa Barbara insieme ad un ragazzo che, alla vista improvvisa d'una pattuglia motorizzata di tedeschi che sopraggiungeva, terrorizzato, se la diede a gambe levate. La Cocci interrogata dai tedeschi su chi fosse il fuggiasco, rispose di non conoscerlo. Fu barbaramente uccisa con un colpo in testa di calcio del fucile. La sorella, avvisata tempestivamente, con l'aiuto d'una conoscente, provvide a trasportarla in casa, ricomporla e farle amministrare i conforti religiosi.
- -Un forestiero, attraversando la piazza di S. Francesco, scorse da lontano scendere una camionetta di tedeschi lungo la Via Sangallo. Per non essere bloccato, si nascose dentro il vespasiano a lato del muro di terrapieno della ferrovia. Giunta all'altezza la camionetta rallentò ed un tedesco gli sparò una raffica di mitra uccidendolo.
- Ricordo un fatto che mi raccontò mio padre riguardo ad un ragazzo di campagna che, con in mano una pinza, fu sorpreso da una motocarrozzetta di tedeschi in perlustrazione e fu arrestato. Era il figlio del proprietario di un casale dell'Armellino che rattoppava il recinto delle vacche rotto in più punti. I1 padre, da lontano, assistette alla scena e, non vedendolo tornare la sera, di buona mattina, con alcuni indumenti ed il pranzo, si portò a Nettuno. Mio padre, che già sapeva che il ragazzo era stato fucilato il giorno prima, chiamò il padre che stava recandosi al comando, lo fermò e cercò di evitargli subito la catastrofica notizia, facendosi consegnare il fagotto con la promessa che avrebbe pensato lui a consegnarglielo personalmente, lo esortò quindi a fare ritorno. Il padre nell'andarsene, si raccomandò perché quel ragazzo era dalla sera precedente senza cena. Mio padre, con gli occhi velati, ebbe la forza di rassicurare il genitore che ci avrebbe pensato lui!
Un certo Giovanni Usicco, appaltatore, s'avventurò presso la caserma Piave dove prese tre moschetti e, per occultarli alla vista, li avvolse in una coperta. Scendendo per Via Santa Barbara, incappò in una pattuglia che lo fermò, e gli chiese che cosa portasse nell'involto. Constatatone il contenuto, lo arrestarono portandolo al comando, dove lo fecero sostare nel piazzaletto guardato a vista dalla sentinella; un militare entrò e, quando uscì, ordinò, all'Usicco di guardare verso il mare, dopo di che gli esplose contro, a bruciapelo, un colpo di pistola trucidandolo.
Assunsero poi un'interprete, la signora Tortora, che pur essendo turca d'origine, interpose sempre i suoi buoni uffici per mitigare i rapporti tra le parti: Ricordo alcuni giorni dopo, quando eravamo già sfollati in campagna, che una pattuglia sorprese R.D.C. Con degli indumenti in mano mentre usciva furtivamente da una casa: fu subito arrestato e tradotto al comando per essere fucilato. La signora Tortora parlò col comandante, affermando che l'abitazione era effettivamente dell'arrestato: ottenne così che lo accompagnassero in Via Lombardia, dove i tedeschi avrebbero constatato se la chiave apriva effettivamente il portone dal quale era stato sorpreso uscire. Quindi lo rilasciarono.
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