Erano appena le cinque quando un camion di tedeschi si fermò davanti il cancello principale della Caserma Piave con il proponimento di irrompere dentro. Era un reparto di soldati armatissimo, ben equipaggiato con mitragliera pesante e telefono dà campo.
La sentinella li scorse da dietro il cancello e s'insospettì quando vide che scivolarono dal camion in sordina, come si fà per gli agguati. Diede subito l'allarme e in un battibaleno generò una gran confusione. L'ufficiale di picchetto ed il capitano d'ispezione cominciarono a chiedere ai loro superiori, telefonicamente, ordini: ma nessuno rispondeva. Fu la volta del presidio, ma anche questo tacque. Si rivolsero allora alle altre caserme dentro e fuori circondario; quando erano f ortunati nell'istaurare il contatto le risposte erano tutte identiche: " anche noi abbiamo i tedeschi di fuori. Come ci dobbiamo comportare?!.? ".
Dalla caserma non si entrava e neppure si usciva. Alle sette si ebbe la 1° vittima. Il sottotenente Dumontel era solito raggiungere la caserma per la scorciatoia dell'oliveto di Brovelli, e fu ucciso da una raffica di mitra mentre s'avvicinava frettolosamente, tra gli olivi, al cancello d'ingresso. Scoccò la .scaramuccia iniziale, altre raffiche sparate dai tedeschi a scopo intimidatorio, anche per coprire la barbara uccisione del tenente, contro alcuni colpi isolati sparati dal corpo di guardia con il moschetto "1891 " per disperdere il reparto che, praticamente presidiava l'accesso.
Capannelli di militari ed ufficiali s'erano formati nei cortili della caserma per discutere, senza nessun ordine superiore, il da farsi. Intanto il nucleo tedesco aveva contattato il proprio comando quando un altro reparto, dall'alto delle terrazze di Villa Donati, viciniore e preminente sulla caserma, mitragliarono i capannelli seminando terrore e feriti. I primi feriti furono soccorsi all'infermeria, i più gravi, il giorno successivo vennero trasportati ad Anzio. Fu dato l'ordine interno di non assembrarsi nei cortili, e si iniziò, all'interno, la caccia ai tedeschi. Le sparatorie avevano sortito, apparentemente, l'effetto di di-sperdere i tedeschi, ma all'esterno avevano istituito e consolidato alcuni capisaldi da dove controllavano la "Piave" ed altre caserme locali. |