Il ventuno gennaio, come al solito, ero andato a caccia di nascosto ed avevo ammazzato otto beccacce. Andavo col fucile prestato dal poro Migani, perché il mio l'avevano sequestrato i Tedeschi. Quella notte, sentendo tutto quel bombardamento, m'alzai presto per nascondere meglio l'arma per paura che la trovassero. Andai a nasconderla in mezzo ai " segasorci " nella fonte delle Grugnole e l'occultai buttandogli sopra delle foglie. Di ritorno, m'imbattei con un soldato disarmato, con lo zainetto a tracolla che stava fermo sopra un ponticello. Nel vedermi, mi disse buongiorno; anche io risposi buongiorno. Poi, con un bastone, tracciò una croce sul " renaccione " ed intuii che cercasse la strada, l'incrocio. Domandai: " Strada? " " Sì ", rispose. " Strada ". Poi dissi: " l'incrocio con 1'Acciarella per Littoria? " Assentì col capo, ed io gli indicai la direzione, ma lui si avviò sulla direzione opposta. Proseguendo verso il casale dov'erano i miei, vidi una donna trafelata, con una cesta in testa, venirmi incontro gridandomi: Corri, corri. I Tedeschi stanno facendo le buche intorno al casale ". Esclamai: " Per la Madonna, ce sta pure mi moje e i soceri " Accelerai il passo e, veramente, vidi di lontano gente che scavava quando incontrai Menicuccio, er somararo che, vedendomi, disse: " A Totozzo, còri, còri. Viè a fa le buche. Gli Americani! Sò arivati gli Americani! ".
In quattro e quattr'otto mi misi a scavare anche io e, fui compensato con un bel po' de caramelle, cioccolate e sigarette. Quando girai la testa, vidi dietro una scarpata una lunga fila
d'elmetti, poi, un fucile con uno straccio bianco attaccato, che agitato veniva fuori: era un'altra pattuglia Americana che . sostò un poco, lì da noi e poi proseguì. Nell'andarsene, lasciarono barattoli sani ed appena cominciati: erano viveri. Da mesi ormai mangiavamo molto poco, anche se io mi davo molto da fare con la caccia. Allibito per tutto, quello scatolame, m'avventurai verso 1'Acciarella per rimediarne dell'altro. Mi ero fermato davanti ad un fosso, quando vidi in lontananza un soldato col fucile a bilanciarmi corrermi incontro: fermatosi al limitare dell'argine opposto, con ordini e segni, pretendeva che lo saltassi. Dissi che era troppo largo, ma insistette puntandomi contro il fucile. Con gesti ripetei che non ce la facevo a saltare, così fu lui a saltare, ma andò a sbattere in malo modo contro l'argine dalla mia parte. Si rialzò prontamente e, col fucile spianato, disse " Tu, sorge! " " No, qua i sorci nun ce stanno! " " Sorge, sorge " ripeté.
Indossavo una tuta militare che mettevo ogni tanto, per cambiarmi, quando quello, sempre più alterato, disse: " Tu, -casa! " Credevo proprio che mi avrebbe sparato una volta che gli avessi voltato le spalle. Invece, mi seguì a distanza. Arrivato vicino al podere, trovai un soldato che parlava un poco di napoletano, così gli raccontai che cos'era successo e lui m spiegò: " No, voleva sapere se eri soldato " |