Il camioncino che i tedeschi
puntarono contro il Comando
|
Saranno state le sette, sette ed un quarto quando il compare Pietro il barbiere, mi chiamò dalla finestra e scesi giù. Parlavamo del più e del meno davanti il portone di casa, a fianco della farmacia Tomasi, quando arrivarono due auto- carri tedeschi, il secondo trainava un cannoncino anticarro, provenivano da Anzio e procedevano lentamente ma, arrivati All'altezza della farmacia, si fermarono. Scesero tutti i soldati con fucile e baionetta innestata, sganciarono il cannoncino e lo piazzarono rapidamente in posizione di fuoco verso il presidio, tra la piazza, allo spigolo di Porfiri, e la strada che portava al mercato Un drappello piantonò il cannone tenendo lontano la gente curiosa, mentre un altro si diresse sull'antistante piazzale del Comando dove fu ordinato col megafono agli ufficiali superiori, ai subalterni ed al personale tutto di scendere entro le otto ed uscire sul piazzale a mani in alto. Intanto, dall'interno il personale del comando s'era precipitato a bar- ricarsi di dentro con tavoli ed armadi.
Non ottenendo risultato, i tedeschi spararono alcuni colpi, centrando il 1° piano del Comando: questo li indusse ad uscire. Non volendo assistemmo alla prima scena; il compare ed io ci salutammo subito, quindi salii in casa e dal balcone del secondo piano, vidi il resto. Caricarono tutti i militari su un camion e li portarono via. Seppi dopo che li avevano con- dotti presso la caserma Dicat della Milizia di Anzio dove furono concentrati smistati e deportati.
Alcuni però, i più fortunati, aiutati dai civili, riuscirono a scappare
Fin dal giorno precedente, rendendoci conto del disastro ci organizzammo subito, anche se le nostre azioni furono scoordinate. Un altro camion di tedeschi si era recato al Poligono, presso la caserma Tofano, per mettere fuori uso i carri armati delle esercitazioni e più tardi pochi animosi ed un collaudatore dell'Ansaldo riuscirono a ripristinarne uno che fu affiancato alla guarnigione proveniente da Fogliano a cui fu dato l'incarico di organizzare la barricata al Belvedere. Purtroppo fu tutto vano perché i tedeschi, provenendo da Anzio tornarono in forza.
Verso le 11 c'eravamo appostati presso il forte Sangallo e, dalla scarpata, sparammo con una mitraglia su un torpe- done di tedeschi che scendeva dalla caserma Piave, mandandolo a sbattere contro il muro del cinema.
Ci furono due morti, disarmammo gli altri tedeschi che conducemmo prigionieri nella caserma dei carabinieri, dove ne trovammo altri. Un nostro compaesano, G.M., preso da un eccesso d'ira, ne schiaffeggiò uno, ma fu subito deprecato da tutti. |