Quella sera dell'8 mi trovai al bar della Posta con un gruppo di conoscenti tedeschi a festeggiare l'avvenimento, quando Franz il più amico che, conosceva bene la mia famiglia, ed i miei figli, mi trasse da parte e mi disse sotto voce: " Gianni, tu andare a casa, stare con tua famiglia. Non muoverti. Capito? Era stato alcune volte mio ospite, accettai ringraziando il suo consiglio.
La mattina successiva, uscii sul tardi e mi recai in piazza dove vidi che i tedeschi avevano piazzato un cannoncino anticarro tra la porta della sartoria e la palma del giardinetto sul marciapiede.
Girai al largo e, più tardi, mi unii ad altri, tra cui A.M., R.O., A.C. ed il maresciallo M.; ci armammo ed andammo ad appostarci sui balconi del palazzo Bazzichelli. Dopo poco vedemmo passare alcuni tedeschi che erano stati fatti prigionieri provenienti a piedi dal Sangallo ed un fascista, poi biasimato da tutti, dare una moschettata alla schiena di uno di quelli. |