Ci trasferimmo alle Grugnole, dopo che l'ultimo manifesto dei Tedeschi ci ordinava di stare a 5 Km. dalla costa. Durante la notte cominciammo a sentire un grande bombardamento e cannoneggiamento. Non sapevamo che cosa fosse e pensammo anche che potesse essere uno sbarco, ma la paura di essere sottoposti a rappresaglie da parte dei Tedeschi, che conoscevamo fin troppo bene, ci fece desistere dall'idea di..?
Ad ogni buon conto, tolsi dal nascondiglio il moschetto '91 con una pallottola inceppata in canna e armeggiai per disincepparla ma un po' per l'emozione, un pò per il bombardamento; ma molto per l'imperizia, non ci riuscii. Misi la testa fuori dalla baracca; erano le prime luci dell'alba ed intravidi a distanza qualche cosa che, muovendosi si avvicinava carponi. Non riuscii a distinguere cosa fosse. Mi affrettai a nascondere di nuovo il moschetto ed uscii. Intravidi su alcune spalline dei soldati che procedevano cautamente in ogni direzione, la bandiera americana e sentii pronunciare da qualcuno l'espressione, poi passata alla storia: " Ehi! Paisà! ". Si fece presto giorno. Erano tanti, ma proprio tanti, quei soldati! I fanti di una armata americana erano sbarcati. Erano bonaccioni e facemmo presto amicizia.
Noi demmo un pò di vino ed una mano nel costruire le trincee; loro ci regalarono cibo in scatola e sigarette. Ben presto ci mettemmo ad imitarli costruendo anche per noi le
trincee nelle quali in seguito, avremmo portato i nostri materassi per dormire più tranquillamente. Cominciammo a collaborare cogli alleati scaricando materiali, aiutandoli in cucina e negli ospedali: ci guadagnavamo da vivere. Scavammo anche delle vere e proprie trincee per loro, nei punti che ci indicavano, dietro pagamento di una cinquantina di lire al giorno, quando di regola la nostra paga giornaliera non arrivava che a dieci-dodici lire. Sbarcammo il lunario e mettemmo da parte quei quattro soldi che poi spendemmo quando ci sfollarono al Sud, dopo 1'8 aprile.
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