Eravamo nella baracca della mia vigna quella notte, quando sentimmo le cannonate verso le due. Poi, quando si fece giorno, salii sull'albero di fichi e vidi il mare coperto di navi con tutti palloni frenati. Non feci in tempo a scendere, che vedemmo comparire una colonna di canadesi che s'inoltravano cautamente tra la vigna. Offrimmo loro un po' di vino ed un barattolo di marmellata, loro ricambiarono ampiamente con pacchetti di sigarette, caramelle e cioccolate.
Esattamente un mese dopo, il 22 febbraio, ci sfollarono dalla zona per imbarcarci per Napoli, dopo una nottata di sosta a Santa Teresa.
A Napoli ci concentrarono per un altro giorno al Cottolengo; quindi ci smistarono, per via ferrovia, prima a Catanzaro e poi a Crotone. Mio fratello Fortunato ed io trovammo subito lavoro presso la Montecatini che produceva concimi. Fummo agevolati perché io ero in possesso del tesserino della Breda. A giugno, quando uscirono i bandi di arruolamento, mi ripresentai a Catanzaro e mi inviarono a Terlizzi, dove fui discriminato. Un certo col. Bianchini, romano, nel sentirmi parlare, mi propose di portare una lettera alla moglie che stava a Roma: accettai di buon grado, pur di fare ritorno a Nettuno. Arrivai in ferrovia a Napoli-Santa Maria Capua Vetere e poi, con l'autostop, fin nei pressi di Nettuno. Un viaggio disagiatissimo durante il quale ricordo d'aver perduto una scarpa.
Arrivai presso la vigna di Scipione e lui mi rimediò uno scarpone alleato. Da lì, mi recai a casa per cercare di ritrovare le poche cose lasciate |