Noi abitavamo nella vigna di Aniello L., alla Seccia, eravamo tutti parenti. Due o tre giorni dopo lo sbarco, andammo a smontare ad Anzio Colonia un baraccone tedesco. Oltre ad abitarvi alcuni di famiglia, ci consentiva di giorno a vivere patriarcalmente. I bombardamenti però, da un pezzo che erano all'ordine del giorno! Per fortuna avevamo costruito due grandi ricoveri che dividevamo anche con altri, ma quando quella sera suonò l'allarme antiaereo, proprio non me la sentii d'andarci. Mia madre più volte m'invitò a seguirla, ma proprio m'ero stufato a scendere ad ogni piè sospinto. Uscendo mi disse: Almeno se non vuoi venire, mettiti a dormire sotto il letto: se non altro, sei protetto. dalle schegge! Ero stanco più del solito e quando rimasi solo mi stesi sul letto e mi avvolsi la testa coll'ampio cuscino. Caddi presto in un sonno profondo nonostante il bombardamento in atto. Nella baracca pernottava pure una gallinella che faceva l'uovo un giorno si ed uno no. Vi entrava di prima sera, dopo aver razzolato per la vigna e ne usciva quando le si apriva la porta all'alba. Trovava sempre posto sotto qualche letto. La mattina, cessato l'allarme, i miei rientrarono e constatarono subito che sul letto mio e sul cuscino c'erano tanti pezzettini di legno fatti a schegge. Io ancora dormivo. Preoccupati mi svegliarono. Mia madre si arrabbiò pure in un primo momento perché non le avevo ubbidito; ma quando vide la gallinella sventrata sotto il mio letto, con tutte le penne appiccicate sotto la rete, tirò un grosso sospiro dicendo: Signore ti ringrazio! Anche se mi caddero addosso tutti quei pezzetti di tavola, non mi svegliai minimamente. Una brutta esperienza riportai, ma la pelle era salva. |