Suor Eletta
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Eravamo appena sfollati in campagna, nell'ottobre del '43, quando N.D.F. riportò una suppurazione al gluteo sinistro a seguito di una iniezione. Aveva urgente bisogno dell'intervento di un chirurgo.
M'incaricai di parlarne a Suor Eletta, presente d. Pietro, che con la solita premura per tutti i nettunesi, rimanemmo d'accordo sul da farsi. Dopo un paio di giorni vennero a Spino Bianco da Mezza Botta dove stava la capanna. Allestimmo lì per lì un tavolo con sopra un lenzuolo dove appoggiammo, bocconi, N. seminudo con un fazzoletto in bocca, giacché eravamo sprovvisti di anestetico. Io lo reggevo per le gambe, d. Pietro per la testa e un altro per le spalle Unico disinfettante era un flacone di alcool. Suor Eletta, con un bisturi semiarruginito e ripulito per l'occasione, con magistrale perizia, operò il taglio dal quale uscì tanto pus. Strizzò, disinfettò, tamponò alla meglio il taglio e bendò la ferita. Una monaca che và ricordata. Che grande istituzione fu a Nettuno per oltre cinquant'anni, questa magnifica suora. Quanti interventi profusi a tutti con stoica missione! Era la suora addetta all'ambulatorio dell'Orsenigo, dell'ordine del Piccolo Cottolengo |