B.M.W. with sidecar |
Quella mattina, dopo la resa della caserma Piave, moltissimi militari armati fuggirono dalla porta Carraia. Alcuni si appostarono nei dintorni, nei pressi del muro di cinta della caserma, mentre la totalità abbandonò armi e munizioni presso una casetta, seminascosta dal verde, e si dileguarono. Uno di questi, nell'andarsene, incontrò il nostro gruppo tutto elettrizzato dai fatti, composto da ragazzi di 18-20 anni, tra cui ricordo anche Giulio B., che ci indicò il punto in cui potevamo trovare le armi da loro abbandonate. Non ci parve vero! Mio padre, conoscendo il mio carattere, mi teneva sott'occhio a distanza così si avvicinò per sapere quanto avesse riferito il militare e come la pensavamo in proposito. Dai miei discorsi, captò le mie intenzioni e, a forza di calci nel sedere, mi ricondusse a casa.
Più tardi, approfittando della sua momentanea assenza, uscii, di nuovo ed assistetti a quanto segue: il m.llo Paolo A., appostato dietro il fabbricato di Porfiri, uscì allo scoperto per scaricare la sua pistola d'ordinanza su un tedesco che stava sopraggiungendo dal Sangallo, a bordo di una motosidecar, ed attraversava a tutta velocità la piazza senza peraltro riuscire a colpirlo. |