Avevamo il Caffè in piazza, dove ora c'è la farmacia, quando la mattina del 10 si presentarono i tedeschi che portarono via un quintale di zucchero, la macchina espressa e cinque caraffe grandi d'alpacca.
Uscendo mi dissero: "Paga Badoglio ". Li rincorsi sulla porta facendo delle energiche rimostranze, dicendo che mi avrebbero rovinato, che non avrei potuto più lavorare, quando uno di loro mi rilasciò una carta, come un assegno per una somma di lire ottomila, che sarebbe stato saldato dal Comando tedesco di Roma Dopo alcuni giorni mi recai a Roma presso il comando e fui rimborsata. |