Sentito il proclama dell'armistizio, quella stessa sera ci riunimmo a casa di Comastri, C.T., F.V., M.D.F., C.C., L.F. ed io decidemmo che era meglio " squagliarsi ".
I fascisti, come al solito, avrebbero fatto i nostri nomi, stavolta, ai tedeschi.
Comunicammo lesto e presto ai nostri compagni che dovevano resistere e ci dileguammo.
Io andai a Roma a piedi per la campagna, onde evitare i blocchi, Mario D.F. a Tre Cancelli alla vigna, gli altri, tutti per le campagne.
Prima d'andarcene però, fomentammo la resistenza. Anticipammo la partenza quando un nostro amico, S.D.R., milite in servizio alla Dicat di Anzio, captò un discorso di certi fascisti coi tedeschi nel corso del quale udì fare i nostri nomi. Poco dopo si allontanò in bicicletta per venire a Nettuno dove, per fortuna, riuscì a contattare F.V. il fruttivendolo della piazza. Fummo subito tutti informati e prendemmo il largo appena in tempo: i tedeschi vennero a cercarci presso le nostre case, ma noi non c'eravamo più. |