Quella mattina prima della resa, il colonnello Toscano mi comunicò che la sera precedente aveva convocato gli ufficiali Tedeschi per dir loro che avrebbe consentito la partenza del Contingente Tedesco senza nessun ostacolo. Ma nella notte i tedeschi avevano approntato i piani d'attacco per disarmare l'esercito e deportare gli ufficiali.
La sera finsero di brindare alla partenza e la mattina successiva li trovammo alle porte delle nostre caserme. Quando, il 10, prelevarono gli ufficiali dal Presidio, li condussero tutti a Frascati e, poi in massa, deportati in Germania.
Solo il colonnello Toscano fu lasciato agli arresti nel Comando, secondo i piani prestabiliti.
Alcuni sottufficiali che avevano nascosto delle armi, si unirono ai ' rivoltosi presso il forte Sangallo.
Anch'io e Umberto A. ci armammo e ci mettemmo alla caccia dei tedeschi; ne catturammo uno, un giovane, che s'era rifugiato in cima alle scale della palazzina Melhem in Via Conte di Torino. Quando lo catturammo, tremava come una foglia e, poiché i carabinieri ancora non avevano ricevuto disposizioni in merito, lo traducemmo presso la sede della " Maternità ed infanzia " a Piazza San Francesco. Era piangente per- ché aveva paura che lo ammazzassimo. Dovetti far intervenire mia moglie, che parlava tedesco, per rincuorarlo ed assicu- rargli il rilascio, una volta che fosse stato raggiunto un accordo.
|