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QUEI GIORNI
A NETTUNO

22 GENNAIO - 26 MAGGIO

di
FRANCESCO ROSSI
SILVANO CASALDI

Edizioni Abete

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52 - CON LE NAVI A SUD



Military Police

Non fu questo il dramma di Tony. Nettuno, affollata dalla guerra, era di nuovo vuota. In lontananza dal mare, la madre terra, che aveva aperto le braccia ai suoi figli espulsi dai tedeschi, perse le braccia e poi venne mutilata di tutto. Anche i contadini, dopo essersi prodigati per gli sfollati, dovettero sfollare. Col suo realismo, ovvero la durezza o il cinismo, secondo il metro dell'antimilitarismo, Lucas aveva subito preso di petto il problema: "Non si può combattere con le donne e i bambini tra i piedi".
Voleva dire, ovviamente, che bisognava trarli al sicuro. All'inizio, quando nemmeno lui poteva indovinare che le cose sarebbero andate tanto per le lunghe, aveva raccomandato alla popolazione di starsene tappata nei ricoveri e nelle grotte. L'ospedale americano, attrezzato di sale operatorie, messo su in poco tempo nel bosco di Foglino, non respinse mai i bambini, né le donne, né alcuno dei nettunesi da curare, sebbene fosse più che indaffarato con i suoi feriti e ferito esso stesso dalle bombe dei tedeschi, com'era forse inevitabile nel mucchio (evitabile e senza scuse, viceversa, l'affondamento di notte della nave-ospedale "St. David", illuminata con i simboli della Croce Rossa).
Ogni agevolazione, sempre allo scopo di non far mancare l'assistenza ai civili, era riservata ai medici italiani, riforniti di materiale sanitario e altro. Si rese utile anche il laureando Giovanni Cappella che, da studente di medicina, sfollato con la famiglia alle Ferriere, non aveva desistito durante l'occupazione tedesca dall'indossare il camice bianco e impratichirsi all'ospedale di Latina, raggiungendolo tutte le mattine in bicicletta. Gli americani gli assegnarono una jeep, l'autista e l'elmetto. Del suo primo intervento chirurgico, eseguito con gli strumenti d'una delle ostetriche di Nettuno, la "sora Bianca", beneficiò proprio lei che era stata ferita a una mammella dallo scoppio d'una granata a Borgo Montello. Due anni dopo, quando il laureando si laureò, l'ostetrica gli fece dono dei suoi strumenti, conservati nella vecchia cassetta di legno.
Ma il teatro (tragico) della guerra si accentrò ad Anzio-Nettuno, senza accennare a distaccarsene. La convivenza dell'esercito con la popolazione fu inoltre avversata da concomitanze che insospettirono gli alleati, tormentati dalla precisione dei bombardieri nemici. Come facevano di notte a mirare così bene? La mira o il mirino era però l'ultima cosa che servisse, dato l'intasamento della zona: bastava lasciar spiovere una bomba e qualcosa saltava per aria. La Military Police tuttavia, anche perché munita d'un elenco di fascisti o ex fascisti da tenere d'occhio, non vedeva tra la gente che spie intente a illuminare il bersaglio alla luftwaffe.
Si diffidò subito dei panettieri, cominciando da quelli che avevano lavorato sotto i tedeschi. Margherita Ricci e suo marito Romeo, accusati di collaborazionismo, furono rinchiusi per venti giorni - lui in una stanza della Casa del Sole, lei nella grotta - e spediti a Napoli. Dei loro lavoranti, si prese cura un ufficiale americano che li rimandò a casa: "Non dovete riaccendere il forno: il fumo potrebbe guidare gli aerei tedeschi". Anche davanti a quello di Alfonso Bernardini c'era la Military Police con l'ordine di chiusura.


Arrivo della farina

Ma si può vivere senza pane? A voltarci indietro, riaffiora sempre qualcosa di struggente, come l'odore della madia e la nenia dell'antica preghiera: pane nostrum quotidiano... Del taccuino di appunti in cui, dal 15 gennaio al 10 giugno 1944, don Steno Borghese registrò la sua mestizia, due date non sfigurerebbero nei capitoli della Genesi: "29 gennaio: trovati circa 60 quintali di grano e farina per la panificazione per la popolazione che finora non ha avuto nessuna distribuzione. 4 febbraio: arrivo della prima farina americana per la popolazione".
Oltre alla farina, i nettunesi riebbero il pane e il companatico. Almeno il forno di Resina Ottaviani - l'unico ammesso dalla Military Police - non rimase spento in fondo a via Cattaneo, alla biforcazione con via Olmata, e quasi di fronte, dove c'era la pizzicheria di Pasqualino Della Millia e ora c'è l'autoscuola Spigoni, gli fecero perfino concorrenza i cucinieri americani, impastatori di panini e ciambelle. Ma, con i tedeschi a Campo di Carne, ogni lembo di terra non poteva che essere Off Limits per i civili, ormai messi in croce.
Il governo militare alleato non difettò di scrupoli umanitari, fino a ritenersi obbligato a proteggere i profughi, imbarcarli, nutrirli, disinfestarli e distribuirli nell'Italia del sud che poteva fargli posto. Ne era già salpato un carico il 13 febbraio, quando l'evacuazione veniva considerata facoltativa. Il fato ha voluto accomunare nella sventura la popolazione e Lucas: l'ordinanza di sgombero, infatti, fu notificata a entrambi nello stesso giorno, martedì 22 febbraio.
Nella circostanza, un altro esempio dell'attivismo di don Steno. Era lui ad avvertire i nettunesi e gli anziati, facendo il giro della campagna con una jeep, in compagnia d'uno o due ufficiali americani. Sostava ai casali e distribuiva o attaccava ai muri i manifesti con le disposizioni per la partenza. Ogni persona poteva recare con sé un solo fagotto, quasi sempre rigonfio di vestiario. Gruppi di Veneti, che avevano conosciuto le migrazioni del 1915-18 e sognato l'eldorado nella terra contesa alla malaria, si presentarono con i materassi sulle spalle al centro di raccolta dei profughi a Santa Teresa, dove si provvedeva a scaglionarli.




OPERA APPARTENENTE AL FONDO BIBLIOGRAFICO
"100 LIBRI PER NETTUNO"
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CONCESSA DALL'AUTORE SILVANO CASALDI

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