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QUEI GIORNI
A NETTUNO

22 GENNAIO - 26 MAGGIO

di
FRANCESCO ROSSI
SILVANO CASALDI

Edizioni Abete

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23 - INTUIZIONE E COMPROMESSO



Albert Kesselring

Churchill per primo, vogliamo dire, non sapeva fino a che punto si era dovuto sguarnire Kesselring per fronteggiare a gennaio l'attacco della quinta armata alla linea Gustav. Ne fosse stato al corrente, non avrebbe faticato a convincere Roosevelt della necessità dello sbarco, e di ben altro calibro sarebbe stata l'arma messa in pugno a Lucas. Lo si capisce anche dal libro delle sue memorie. Privo di informazioni dirette, si è dovuto rimettere al nemico, attingendo al resoconto del generale Westphal: "Al momento dello sbarco a sud di Roma, noi disponevamo in quel settore, a parte le batterie costiere permanenti, soltanto di due battaglioni... Quel giorno non avevamo nient'altro nelle vicinanze da opporre al nemico: la strada di Roma era aperta. Nessuno avrebbe potuto arrestare un'audace avanguardia che si fosse spinta risolutamente verso la Città Eterna. Tale situazione angosciosa durò per due giorni interi dal momento dello sbarco; solo dopo quarantott'ore le contromisure tedesche diventarono efficaci".
Quello che si è premesso. Alla citazione non rinunciò tuttavia Churchill per portare acqua al suo mulino. Avevo o non avevo ragione - pare di sentirlo - a insistere per lo sbarco? E non ero dalla parte della ragione a prendermela con Lucas che aveva sciupato tutto con la sua fifa? Tanto di cappello, ripetiamo, all'intuizione di Churchill, riuscito a mettere il dito nel punto debole dello schieramento nemico. Però, ci aveva messo soltanto il dito, e non poteva pretendere da Lucas ciò che a lui non era stato accordato.
In questo, non è che il premier avesse la coscienza del tutto a posto. Avrebbe dovuto ricordare l'amara conclusione cui era pervenuto, dopo il tiremmolla con Eisenhower e il consenso di Roosevelt. Per quel consenso, immediatamente esultò, come si sa. Riflettendoci, non potè fare a meno di aggiungere: "Devo però anche ammettere che ero così intento a battermi per la questione di principio, che non riuscii a ottenere, anzi non osai neppure chiedere, tutti i mezzi necessari per questa manovra avvolgente. In realtà, c'era un numero sufficiente di LST per l'operazione, così come era stata concepita... Avremmo potuto, senza pregiudizio per ogni altro impegno od operazione, sbarcare a sud del Tevere un corpo di spedizione ancor più numeroso, dotato di tutta la mobilità necessaria... Se avessi chiesto i mezzi per trasportare tre divisioni, non avrei ottenuto nulla. Quanto spesso nella vita ci si deve accontentare di quello che si può ottenere! Tuttavia, sarebbe stato meglio servirsene bene".2
Servirsene come? Churchill avrebbe dovuto pure ricordare quello che gli scrisse Alexander, diciotto giorni prima dello sbarco: "Secondo la mia esperienza di operazioni combinate, si può riuscire senz'altro nella fase iniziale a prendere terra, ma il successo finale dipende dal fatto che tutti i mezzi da combattimento del corpo di spedizione possano essere concentrati tempestivamente per resistere all'inevitabile controffensiva nemica. Nel caso di Anzio, due divisioni rappresentano il minimo indispensabile per poter sbarcare di fronte a una probabile resistenza germanica".


Bernard L. Montgomery

La resistenza non c'era stata, ma Lucas non aveva i mezzi per profittarne. Di qui non si scappa. La lezione, al riguardo, Churchill l'aveva ricevuta da Montgomery, invitato da lui a Marrakech, dove stava trascorrendo la convalescenza, dopo la polmonite. Montgomery era stato prescelto per lo sbarco in Normandia e, lasciato il comando dell'ottava armata al generale Oliver Leese, si stava trasferendo in aereo dall'Italia in Gran Bretagna. Nella villa di Marrakech, il primo ministro non vedeva l'ora di mostrargli il piano dell'Overlord, frutto di mesi e mesi di studi. Non ci avevano dormito le teste d'uovo degli stati maggiori riuniti in permanenza a Londra. Montgomery era però di quelli che al mattino non possono cominciare a lavorare, senza aver fatto il footing. Diede una letta alle prime pagine, e disse subito: "Non va. Mi serve una massa d'urto più potente".
A Londra, non erano d'accordo, e le discussioni andarono per le lunghe. Alla fine, dovettero cedere le teste d'uovo e cambiare il loro piano. Alla prova del fuoco, le modifiche imposte da Montgomery, come si è affrettato Churchill a riconoscere, "si rivelarono perfettamente giustificate". Per Anzio-Nettuno, purtroppo, mancò al momento della decisione un tipo come Montgomery. Lui avrebbe puntato i piedi e non si sarebbe mosso con due divisioni. Solamente in questo, ha sbagliato Lucas. Invece di partire per un'impresa in cui non credeva, avrebbe dovuto dimettersi, come gli suggerì l'ammiraglio Cunningham, al quale non aveva nascosto la sua sfiducia.




OPERA APPARTENENTE AL FONDO BIBLIOGRAFICO
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