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QUEI GIORNI
A NETTUNO

22 GENNAIO - 26 MAGGIO

di
FRANCESCO ROSSI
SILVANO CASALDI

Edizioni Abete

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17 - SUOR ELETTA DEL ROSARIO



Suor Eletta

Come ospedale, era aperto ai civili il sanatorio militare di Anzio. Ma come raggiungerlo, da sfollato, sotto i fucili spianati dei tedeschi? Rimediarono le iniziative, l'abnegazione di pochi. Una delle vie di Nettuno, nel nuovo quartiere di Cretarossa, è stata dedicata a suor Eletta del Rosario, al secolo Angela Barattieri. Giunta come una monachella all'ambulatorio dell'Orsenigo, ha fatto per cinquant'anni la consolatrice delle anime in pena. Un'infermiera che, alla fine, ne sapeva quanto un primario, ed era di sicuro santa. I suoi miracoli, come quello di compiere in una capanna un intervento che avrebbe dovuto richiedere la sala operatoria, li videro i nettunesi cacciati dalle loro case.
Con suor Eletta, va citato Vincenzo Monti, il medico condotto. Si unì agli sfollati, riparandosi in un tugurio nei pressi di Piscina Cardillo. A Ciro e Pietro Donati, fu invece concesso di tenere un'infermeria al primo piano della villa. Una delle loro nipoti, Fernanda Loffredi, figlia di Melania, ha insegnato nel dopoguerra a leggere e scrivere a molti bambini di Nettuno. La maestra adesso è in pensione. Non ha mai smesso di pensare che forse qualcuno di quei bambini è arrivato a lei per merito degli zii che nell'improvvisata infermeria seppero far posto anche a chi era sul punto di diventare mamma.
Il quadro della natività, in quelle condizioni, non aveva più - così sembrò - la luce del cielo: la luce che era nei gesti, nella dolcezza delle anziane donne, sedute fuori delle porte del Borgo e intente nelle serate d'estate a preparare con i ferri della lana il corredino del nascituro, per le figlie da poco sposate. Come ricordarsene, nel gelo degli accampamenti, in quelle celle di legno e cartone pressato, dove si disponeva soltanto della roba appesa a un chiodo? Ed era ancora da attendere un vagito dal gemere delle partorienti che, rassegnate, si lasciavano andare a terra, come non potessero uscir vive dalle loro doglie?
Nessuna di loro, tuttavia, venne dimenticata. Il sentimento della maternità è anche nel modo spontaneo in cui ogni donna accorre e aiuta un'altra donna nell'atto che più intimamente le appartiene. Invocate da lontano e raggiunte dovunque, comparvero tra gli sfollati la "sora Bianca" e la "sora Ada", le levatrici di Nettuno e Anzio, a dimostrare che si poteva ancora venir al mondo, nonostante tutto.




OPERA APPARTENENTE AL FONDO BIBLIOGRAFICO
"100 LIBRI PER NETTUNO"
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