Alla perdita dei rangers si aggiunsero le perdite altrettanto gravi della I divisione britannica che, appoggiata dai carri armati del generale Harmon, aveva raggiunto la stazione di Campoleone con un saliente così sottile da non poterlo difendere. Ormai i tedeschi circondavanq la testa di sbarco. Cominciarono ad attaccarla il 3 febbraio, eliminando il saliente; riconquistarono Aprilia e di lì e da Carroceto sferrarono il 16 febbraio l'offensiva che, secondo Hitler che la dirigeva dalla Germania, avrebbe dovuto in tre giorni rigettare a mare gli alleati. I quali, investiti in direzione di Anzio, si trovarono in crisi tra il cavalcavia di Campo di Carne e la torre di Padiglione: sull'orlo del disastro, furono tuttavia capaci d'una reazione che arrestò definitivamente il nemico, sottoposto a massicci bombardamenti aerei. Hitler pretese da Kesselring e Mackensen un altro tentativo di sfondamento dalla parte di Cisterna, presto annullato dagli americani. Lo sforzo tedesco si esaurì il 1° marzo, e da allora gli eserciti rimasero a fronteggiarsi fino alla sortita degli alleati (23-26 maggio). Il VI corpo d'armata, preso lo slancio dalla caduta di Cassino, ruppe l'assedio a Cisterna e finalmente si riunì alle divisioni del generale Clark lanciate alla conquista di Roma. Allontanatasi la guerra, i nettunensi - sfollati nell'Italia meridionale - poterono tornare nelle loro case, insieme con la Madonna delle Grazie. |