Stemma del 504°
reggimento
dei paracadutisti
americani |
Una delle più grosse arrabbiature, Churchill se la prese per i paracadutisti, come ha lasciato intendere nella lettera a Smuts del 27 febbraio, già citata: nella quale, polemico con gli americani, sporse la sua denuncia: "In tutti i colloqui con me, Alexander disse di ritenere che l'elemento decisivo della battaglia fosse rappresentato dalla rapida conquista dei colli Albani; in considerazione di ciò, riuscii a ottenere dagli Stati Uniti il 504° reggimento paracadutisti, benché a quell'epoca avesse già avuto ordine di partire per l'Inghilterra in vista dell'Overlord. Sennonché, all'ultimo momento, il generale Clark rinunciò a impiegare tale reggimento...".
E due. Il primo malinteso, scusate la ripetizione, si era verificato a Napoli con le direttive impartite da Alexander per lo sbarco e interpretate a modo suo da Clark, che invitò Lucas ad agire diversamente. Ce ne sarà anche un terzo, a riprova dei non facili rapporti tra partner, nella disparità di vedute. Se sono alla pari, le discussioni non finiscono mai; se non sono alla pari, è raro che il più forte, quando pure potrebbe avere torto, si pieghi al parere dell'altro. Non a caso, riferendo della conferenza di Teheran, Churchill volle ricordare due interventi da orso di Stalin, certamente a suo agio nel toccare e far toccare agli interlocutori le questioni scottanti e sostenere che non scottassero affatto.
Alan Brooke
consigliere di
Churchill |
Allo Zio Joe (come veniva chiamato sia dal premier che da Roosevelt, nella loro corrispondenza) non piaceva il generale Alan Brooke, capo dello stato maggiore imperiale, il più ascoltato dei consiglieri che Churchill si portava dietro: anche perché, a dispetto dell'apparenza aristocratica e degli studi sulla vita degli uccelli, era il suo gallo da combattimento nella lizza dialettica con gli alleati. Fu Brooke, con le sue obiezioni, a mandare in bestia gli americani al summit tenutosi al Cairo il 23 novembre, e per un soffio non era stato preso a pugni dall'ammiraglio Ernest King; con le stesse obiezioni, al suo primo incontro con i russi - più d'un anno prima, a Mosca - li aveva indispettiti a sufficienza.
Come lo rivide a Teheran, Stalin non gli rivolse che occhiatacce, e approfittò del pranzo offerto da Churchill per il proprio compleanno, il 30 novembre, per vuotare il sacco contro il generale, proprio al momento del brindisi:
- Lei non si comporta da amico con l'armata rossa: spero che sappia in futuro manifestare un po' di cameratismo ai nostri soldati.
- È un'accusa infondata. Lei ha un'impressione sbagliata di me.
- Se è così, non se la prenda: le migliori amicizie si fondano sui malintesi.
Tra un malinteso e l'altro, poco mancò che la grande occasione da gol di Nettuno-Anzio non divenisse l'autogol degli alleati. Nella tragedia e nelle responsabilità della guerra, può essere assolto chi provoco quelle incomprensioni o non fece abbastanza per evitarle? Con la logica di Stalin, naturalmente, il caso di coscienza è improponibile. Churchill, che aveva perorato la causa della Finlandia, non si adombrò per la risposta che ebbe da lui: "Dopo tutto, tra alleati ci si può anche di tanto in tanto prendere per il bavero, se necessario".
In questi termini, la faccenda dei paracadutisti americani. Spiegandola, sarebbe tuttavia ingiusto e storicamente falso un ritratto di Roosevelt arrogante.
Era tutt'il contrario. Lungi dall'abusare della propria forza, trattò Churchill con ogni riguardo nella direzione della guerra. Bene o male, attraverso il fidatissimo Marshall, presto convinto a porsi da mediatore tra i piani dello stato maggiore americano e le richieste del primo ministro inglese, era stato il presidente degli Stati Uniti a non bocciare l'operazione Shingle e procurarle anche i para: per i quali, Alexander aveva temuto all'ultimo istante di dover mandare tutto a monte.
Riemerge qui la figura dello stratega che sappiamo. Per uno come Churchill, non imprudente, ma nemmeno così prudente da non ammettere qualche rischio, le truppe aviotrasportate e i commandos della marina erano l'ideale per i colpi di mano. Effettivamente, quando non potè che lamentarsi e scrivere che aveva immaginato "un gatto selvatico e non la grossa balena arenatasi sulla riva" di Anzio-Nettuno, non era il senno di poi a suggerirgli le parole. Il suo gatto selvatico, dati i limiti del VI corpo d'armata, consisteva anche nella calata dal cielo degli uomini armati che avrebbero dovuto immobilizzare il nemico e smuovere Clark e Lucas.
Con questa prospettiva, perfino lo scambio degli auguri di fine d'anno era stato per Churchill il pretesto per rammentare a Roosevelt l'imminente scadenza della cambiale. Il suo biglietto di ringraziamento per i regali di Natale terminava con un messaggio che non era quello di Betlemme: "Alexander mi riferisce di aver preparato con Clark piani soddisfacenti per lo sbarco ad Anzio. Egli intende usare la I divisione britannica e la III divisione americana, oltre alle truppe paracadutiste e corazzate, lo sono lieto di ciò: è giusto che dobbiamo dividerci equamente le sofferenze, i rischi e gli onori".
George C. Marshall |
Pochi giorni dopo, però, l'intoppo. Alexander, forse non tanto contrariato nel suo intimo, telegrafò al premier che altre difficoltà erano sorte a causa dei ripensamenti dello staff di Marshall, che si stava apprestando a ritirare dall'Italia il 504° reggimento di paracadutisti: difficoltà insormontabili, per Alexander, dato che non aveva nulla sottomano per rimpiazzare il reparto americano, mentre Eisenhower, richiamato al momento negli Stati Uniti, riteneva che non fosse più il caso d'insistere per averlo a disposizione.
Churchill, viceversa, volle insistere. Girava pari pari a Washington la nota del suo generale, facendola seguire da una preghiera non proprio sommessa: "Eisenhower si trova attualmente con Marshall. Non potreste appellarvi a loro per ottenere che il 504° reggimento ci venga lasciato per svolgere questo importantissimo compito prima di rientrare in Inghilterra per l'Overlord? È così raro che si presenti l'occasione per l'impiego di truppe paracadutiste che sembra assurdo ritirarle dal fronte nel momento in cui possono essere utilizzate in maniera esemplare e decisiva".4
Roosevelt non seppe dire di no. Ma l'uso che venne fatto del 504° reggimento - caricato sulla nave, mandato a terra dietro la III divisione di Truscott e addirittura trattenuto come corpo di riserva - significò per Churchill quello che gli aveva detto Stalin: una presa per il bavero. Fu una delle più dibattute questioni al termine della guerra. Tra il prò e il contro, sembrò a Clark d'essere al centro delle accalorate discussioni degli sportivi per la partita del giorno prima. Si giustificò, nel suo processo del lunedì, come un trainer accusato d'aver sbagliato formazione. Dovette rinunciare al lancio dei para - è stato pubblicato a Washington dall'ufficio storico dell'esercito - perché, se li avesse lanciati prima dello sbarco, sarebbe stato come avvertire i tedeschi del pacco che era in arrivo per loro e perché, se li avesse lanciati alla stessa ora, i cannoni a lunga gittata delle navi avrebbero potuto coglierli al volo. |