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QUEI GIORNI
A NETTUNO

22 GENNAIO - 26 MAGGIO

di
FRANCESCO ROSSI
SILVANO CASALDI

Edizioni Abete

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06 - PREZZO TROPPO ALTO



Mark W. Clark

Ma giunsero, senza intralci, anche la seconda e la terza ondata. D'improvviso, mentre il cielo si rischiarava, il fiammeggiare d'una batteria nemica, che tirò una e un'altra granata. Tacque per sempre, investita dalle artiglierie degli incrociatori. Allora, in un tratto imprecisato della spiaggia "verde" o "gialla" o "rossa" del settore inglese, era sceso Vaughan-Thomas con il suo registratore portatile, senza altra preoccupazione che quella di non camminare fuori dei nastri bianchi, stesi come una passatoia tra i campi minati. Cominciò a incidere il primo disco con queste parole: "L'alba è serena e fredda, e non c'è un solo nemico in vista".
Come fu possibile? Churchill, dal lato militare, ha dato una convincente spiegazione del comodo approdo. Giovò l'attività dell'aviazione ("I nostri intensi bombardamenti contro gli aeroporti italiani, specialmente contro quello di Perugia che era la principale base della ricognizione tedesca, impedirono a molti apparecchi nemici di levarsi in volo").7 Ma soprattutto giovò il sacrificio imposto alla quinta armata che nelle prime settimane di gennaio dovette riprendere l'attacco lungo il Garigliano e attorno a Cassino, e fu sanguinosamente respinta.
Lo scopo, secondo Churchill, era quello di distogliere l'attenzione e le truppe di riserva del nemico dalla zona prescelta per lo sbarco. Il che si era senz'altro verificato, ma a caro prezzo. In quell'attacco, così insistente da far credere che mirasse a sfondare la difesa e portare il generale Clark a congiungersi rapidamente con i reparti del VI corpo d'armata, quando fossero sbarcati ad Anzio - Nettuno, la 36a divisione statunitense, tutta gioventù del Texas, si trovò esposta al fuoco dell'artiglieria tedesca sulle rive e nell'attraversamento del Rapido. Non ebbe scampo. Morirono 1681 uomini, in quello che il dolore e anche l'indignazione dei corrispondenti di guerra descrissero come "il più grande disastro delle armi americane dopo Pearl Harbour".
Con un atteggiamento di rimprovero che non risparmiava le offese a Clark, i texani pretesero alla fine della guerra un'inchiesta sulla sua condotta. Fu scagionato, naturalmente. "Non aveva altra possibilità che ordinare l'attacco, se il settore principale del fronte doveva adempiere al suo compito di tenere impegnato il nemico, mentre si svolgeva lo scatto finale di Anzio. La facilità con cui le truppe della testa di sbarco presero terra si dovette in gran parte al sacrifico dei texani e delle altre divisioni impegnate a Cassino".
Non è tutto, però. A mettere un occhio alle cose del feldmaresciallo Kesselring, capo di tutte le forze tedesche in Italia, c'è anche dell'incredibile. Aveva sempre temuto uno sbarco dietro la linea Gustav, ed era stato costretto, come s'è visto, a sguarnirsi dal dispendioso assalto della quinta armata. Vero pure che, provvedendo per tempo a distinguere i punti della costa che si prestavano alle operazioni anfibie, lo stesso Kesselring ne aveva localizzati cinque (Ravenna, Viareggio, Livorno, Civitavecchia e Anzio), orientandosi per lo più a nord di Roma. Anche in occasione dello sbarco in Normandia, d'altra parte, quando si era ormai allo scontro finale e tutta la Germania s'aspettava il colpo dal mare, gli specialisti della guerra lampo non si dimostrarono altrettanto pronti, quanto a fiuto e fantasia. Avevano ammassato le loro divisioni al passo di Calais, ed erano convinti che il fondale alto e l'importuosità, come si disse, rendessero inaccessibile la costa normanna, non immaginando la soluzione dei porti artificiali prefabbricati, dei quali si servirono gli alleati.




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