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QUEI GIORNI
A NETTUNO

22 GENNAIO - 26 MAGGIO

di
FRANCESCO ROSSI
SILVANO CASALDI

Edizioni Abete

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42 - UN PIATTO DI FETTUCCINE


 


Il dio Nettuno

Al posto della villa, successivamente venduta e ristrutturata, è subentrato un edificio di quattro piani. Anche la piazza del Mercato - dove Clark veniva a decorare i più valorosi, tutti sull'attenti, e la bandiera a stelle e strisce alzata come in un angolo del pentagono di Arlington - non è più la stessa. Il nume del mare se ne è andato con la sua vasca a troneggiare in piazza Mazzini, lasciandosi dietro due cannelle che continuano a versare acqua da un frammento del vecchio monumento: di fronte, sopravvivono le palme, indubbiamente più alte, ma anche più secche, rispetto a quelle che conobbe Lucas.
Di qui a via Romana (che era il centro operativo del VI corpo d'armata, con la sala del comando nella cantina dell'osteria dell'artigliere e, di sopra, gli uffici della Military Police, insediatasi nei locali attigui dei ristoranti del padiglione e della villetta, poi demoliti dall'apertura della galleria Lumaca), Lucas non doveva compiere che due passi. Casa e bottega. Per sua comodità, era stata allestita anche una mensa al pianterreno del villino di Benedetto Fedeli, sulla destra di via Romana; una mensa riservatissima, ovvero un tavolo per pochi intimi, cui venivano ammessi unicamente i capataz. Lucas, oltre ad Alexander e Clark, vi ospitò Montgomery che, tre giorni dopo lo sbarco, era venuto a trovarlo e complimentarsi con lui.

 



La mensa di via Romana

Di Montgomery e del suo basco nero, che si tolse sulla soglia della sala da pranzo, ha conservato un ricordo inconfondibile Emma Gatti. Si può dire che, come lo vide venire avanti, agile, smilzo, il profilo affilato, nel cortiletto del villino, gli avesse già fatto il ritratto. Suo marito, Riccardo Gatti, morto diciassette anni fa, figlio acquisito di Benedetto Fedeli, è stato sindaco di Nettuno dal 1956 al 1958; ma nessuno più di lei - pittrice, ceramista, marguttiana figura alla Novella Parigini, intenta cioè a distribuire dovunque i disegni della testina d'un micio, come una propria impronta - godè della considerazione degli ufficiali alleati: che, cavate dal portafogli le foto delle mamme, delle spose, dei figli, supplicavano dai suoi pennelli i quadri a olio da poter appendere nelle loro stanze.
Per Lucas e i suoi commensali, tuttavia, Emma fu semplicemente una gran cuoca. Ogni giorno - entra, esci, ritorna nella grotta - era sempre meno la luce per dipingere. Anche via Romana divenne uno dei bersagli delle incursioni notturne degli stukas: talmente puntuali da far scommettere che le guidassero da terra le segnalazioni luminose di qualche fascista o delle spie disseminate dai tedeschi. A marzo, nella notte di San Giuseppe, quando ormai Lucas aveva dovuto mollare tutto a Truscott: il bastone del comando, il letto nella villa delle palme, la seggiola di capotavola nella sala da pranzo; a pochi metri da questa piovvero le bombe. Andò distrutto il magazzino dei viveri, e vi morì l'appuntato Kammerloher, chiamato in febbraio dagli alleati a dare il cambio al guardiano Zecchinelli. Nello scompiglio, il primo provvedimento fu di chiudere la mensa dei generali.


I generali inglesi
Gregson-Ellis
e Hawkesworth

Se ne era occupata sempre Emma. Le toccò il mestolo della cucina, non solo per la scioltezza dei suoi rapporti con Lucas e compagni (capitò più volte, per esempio, che il gentilissimo Gregson-Ellis, comandante della V divisione di fanteria britannica, si preoccupasse di accompagnare nella grotta la cuoca e le sue aiutanti, prima di mettersi a mangiare). La pittrice, oltre ai colori, aveva il gusto della gastronomia, e quindi dipese da lei il menu, sebbene non vi fosse granché da sbizzarrirsi con lo scatolame della sussistenza americana. Per la manifattura, ci vollero però sua cognata Rosina Ottaviani (che, riaperto il forno di via Carlo Cattaneo, non faceva mancare il pane fresco) e soprattutto le braccia di Quinta, la moglie di Nello Venditti il pasticcere. Quest'ultima, con la farina e le uova in polvere, tirò su dalla spianatoia le fettuccine che fecero leccare le dita a Montgomery.




OPERA APPARTENENTE AL FONDO BIBLIOGRAFICO
"100 LIBRI PER NETTUNO"
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