Giovannino Bongarzoni, nativo di Roma, apparteneva ad un famiglia di costruttori marchigiani, trapiantati a Roma nel primo novecento, per aprire una catena di macellerie al centro.
Fin dall'infanzia, per motivi di clima e d'istruzione, Giovannino fu portato a Nettuno, dove s'ambientò subito. Praticamente era un nettunese. Apri la sua prima macelleria verso il 1920 in Piazza Umberto E', tra la drogheria di Gaetano Ottolini ed il palazzo del Caffé Roma, rilevata dal sor Cesare. Aveva maniere cittadine e si distingueva dagli altri nel parlare (che tradiva un leggero accento romano), nel vestire sempre con eleganza, e nell'essere cordiale con tutti. Aprì più tardi altre macellerie in Via Santa Barbara e in Via Romana, sotto casa. Quando andava al Caffé, era il re degli amici;
|
offriva a tutti. Andava di frequente, vestito impeccabilmente alla cavallerizza, alle corse delle Capannelle e di Villa Glori, valido commerciante di bovine ed equini, per passione teneva per sé i più invidiati cavalli della zona, ai quali attaccava un bellissimo calesse, col quale si recava in giro per affari a Nettuno e fuori. Amante anche di fuori-serie, possedette successivamente la (De Soto), l'Isotta Fraschini", la "Diatto" la "509 decappottabile". Era anche amante di belle donne! |