Era guardia campestre comunale. Un nettunese all'antica e, nel pieno delle sue funzioni, non guardava in faccia a nessuno.
Era stata già aperta la caccia e lui aveva l'incarico di controllare che i cacciatori che entravano al poligono fossero tutti dotati di porto d'armi regolare.
Una domenica, tra tanti cacciatori che transitarono per il cancello del Poligono, esibendo i documenti, capitò una macchina targata C.D. che, pretendeva di passare. Lui la fermò con modo brusco, e l'autista con fare cortese gli fece osservare che la macchina era del Corpo Diplomatico. Lui di rimando disse:
"A qua non passa nessuno, neanche il corpo di Dio!"
Quando era in perlustrazione per la campagna per controllare se i cani erano stati tutti denunciati e muniti di medaglietta, un giorno un pò piovoso, perlustrando la zona di Tre Cancelli, si senti chiamare dalla sua comare ed invitare, data l'ora inoltrata, a fermarsi a mangiare con loro dentro la capanna. Visto il tempo cattivo e l'opportunità di mangiare una volta tanto qualcosa di caldo, accettò di buon grado.
Mangiarono tutti polenta e salsicce innaffiate da buon vino. Si ristorò a suo piacimento con abbondanti bevute. Quando fece per andarsene, notò nell'aia alcuni cani e chiese subito se erano stati denunciati e se pagavano la tassa relativa. La comare cercò di cambiare discorso, dicendo che erano compari e che avevano mangiato e bevuto assieme e che un occhio lo poteva chiudere. Rodrigo senza peli sulla lingua disse chiaro e tondo:
"La polenta è na cosa, le sarzicce un'artra, lo vino 'n'antra ancora, ma li cani devono pagà".
E le fece la contravvenzione.
Un altro giorno invece andò in perlustrazione alla Seccia, accompagnato dal suo fedelissimo cane Full. Arrivato alla fontana della Seccia si tolse dalle spalle il suo tascapane, dove solitamente portava due fette di pane di casa ed un'aringa con una boccia di vino, e lo depose sopra una siepe. S'allontanò pochi passi dietro un albero dove fece un bisogno e, mentre slava per rialzarsi, notò che il cane, ritto in piedi, col muso stava rovistando nel tascapane. Chiamò subito il cane all'ordine, ma la bestia aveva già addentato l'aringa per cui non demorse, ed al richiamo si mise immediatamente in fuga con la preda.
Rodrigo, nel tentativo di fermarlo disse:
"Fulle, Fulle, corri, corri,...Vai a beve in fregna, oggi!".
Una volta Rodrigo, in occasione della processione di maggio, fece servizio d'ordine pubblico al Piazzale di S. Rocco, dove i mezzi non dovevano transitare. Ad un certo momento capitò un motociclista che dalla discesa del Poligono intendeva passare. Lui col solito modo rude lo bloccò e gli chiese la patente. Alla risposta: "Non ce l'ho!" lui con voce tonante disse:
"Scendi. sei in contravvenzione. Vieni con me in caserma."
Il motociclista, indispettito dall'imperatività e dall'assurda richiesta della guardia disse che la moto era pesante e non ce la faceva a spingerla, avendo cura intanto d'innestare la marcia alla motocicletta. Rodrigo:"Nun fa gnente! La porto io. E tu vieni con me!"
Sospinse la moto con marcia ingranata fino in piazza dov'era la caserma dei carabinieri, presso il vicoletto dell'arrotino; depose la moto e accompagnò il proprietario davanti al maresciallo informandolo del fatto che non aveva la patente. Il maresciallo sic et simpliciter sentenziò: "Non ci vuole la patente''. E rivolto al motociclista: "Potete andare''.
Rimase Rodrigo, e sudato ed affaticato se ne uscì: "E nun me lo potevi di prima!" |