Figura tuttora in atto, ora rivalutata anche nei grandi centri. Allora il giudice conciliatore non era necessariamente una persona competente, ma doveva avere requisiti morali ineccepibili, veniva segnalato dal sindaco e nominato dalla Corte d'Appello.
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Nel Municipio di Nettuno al piano rialzato vi era l'abitazione del portiere-usciere Mario Laurenzi, grande invalido di guerra, che vi abitava con la famiglia costituita dalla moglie Fiorina Bagialemani e i figli Alessandro, Federica, Olinda, Nives e Franco (attuale maresciallo delle guardie); al primo piano, oltre agli uffici comunali, vi era un salone apposito per la conciliazione. il soffitto era affrescato con i simboli della giustizia, ed aveva suppellettili proprie, come il banco più alto per il giudice, il più basso per il cancelliere, ed altre panche per le parti e per coloro che testimoniavano o che volessero assistere
.Il giudice conciliatore era Venceslao Catanzani, un uomo anziano, probo, equilibrato e razionale. Egli vestiva sobriamente e portava il cappello "alla ventitré''.
L'ufficiale d'anagrafe del Comune fungeva da cancelliere, ed era Peppino Marafelli, un tipo asciutto, alto, ligio al dovere, molto religioso e sempre indaffarato per i molteplici incarichi comunali, tra i quali quello della leva dei giovani che periodicamente doveva accompagnare alla visita militare ad Anzio.
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Il messo del Comune fungeva da usciere. Era Sante De Franceschi uomo vecchio stampo, padre 'di numerosa famiglia tra cui Fernando, il maresciallo delle guardie perito tragicamente nel 1974.
L'udienza si apriva quando il giudice diceva rivolto all'usciere:
"A a a Sa'...! O... o... opri l'udienza... oprì!"
E Sante De Franceschi obbedendo diceva con voce cavernosa -"L'udienza è operta!" S'alzava allora in piedi Peppino Marafelli, che nella veste di cancelliere, pronunciava la formula tanto velocemerite da non capirci niente:
- "Nel nome di Sua Maestà il Re d'Italia ed Imperatore d'Etiopia, Vittorio Emanuele terzo, per grazia di Dio e volontà della Nazione, leggo le sen-tenze.
E leggeva svelto le sentenze, che il giudice aveva pronunciato nelle sedute precedenti. Riguardavano più che altro la risoluzione delle liti tra le parti, mediante la pacificazione degli animi, le vertenze tra vicini o confinanti, l'invasione di animali sull'altrui fondo con il relativo risarcimento, insomma piccole cause civili e commerciali di piccola entità. |