Vittorio Marcobelli fin dall'ultimo decennio del secolo scorso veniva saltuariamente assieme al padre a Nettuno, su di un carretto trainato da due mulacci, per portare ai commercianti nettunesi cassette di pasta, di sapone e di altri generi. Si fermava sempre in Piazza Umberto I°, dove coloro che l'avevano ordinata venivano a ritirarla e pagarla seduta stante.
Era romano, nato alla Pilotta e, nei sempre più frequenti viaggi, si fidanzò e sposò la moglie Adele Casaldi, nettunese, dalla quale ebbe: "Giggi", Annibale, Rosa, Giovanni, Pierina, Nella, Adalgisa e Nanda.
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Si stabilì a Nettuno e mise su una scuderia di cavalli con carrozze in Via Romana, per farne il trasporto per terzi. Cominciò col rifornire di tufo e pozzolana le tante costruzioni che prolificavano in quei tempi a Nettuno. Poi mise un'osteria a Piazza G. Torretta, nella proprietà dell'avvocato Censi, dove rimase fino al '15, quando più tardi rilevò dalla signora Bazzichelli in Via Durand de la Penne, l'osteria gestita da Artibani dove la sera d'estate si riunivano una quantità d'ebrei, con pile, tegami e fagotti vari, per mangiare all'aperto e bere il vino locale. V'istallò una trattoria, che oggi è quella di Robertone Faraone, denominata dei "Cacciatori". |