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Originario del tardo 1700 della Lombardia, Francesco Censi era il capostitpite della genealogia. In età matura, sposò in terze nozze Angela Ricotta, nettunese, ed ebbe come primogenito Pacifico, che alla morte del padre prese le redini della casata, provvedendo a costruire le doti liquidate alle sorelle prima di accasarsi e mantenendo ad oltranza il celibato per non fra-zionare la proprietà. Questi da giovane militò con Garibaldi, per questo indossava spesso sulle camicie il vistoso fiocco rosso. I nettunesi lo soprannominarono "il Piccolo", dalla lunga accia di spago che attorcigliava, come per le trottole, al malloppo di soldi arrotolati che portava sempre nelle sue ampie tasche. Morì a cent'anni per consunzione, rammaricandosi con la Madonna, a cui era molto devoto, di riprenderselo così presto Abitava nel palazzo del Governo in Piazza Segneri.
A lui successe nell'incombenza, il secondogenito Annibale, che era avvocato, scapolo ed abitava in P.zza O. Torretta. Morì nel '31 anch'esso a tarda età. Gli altri fratelli Federico e Tito, invece, morirono in età giovane. Adele, si sposò con Riozzi Fasanella di Cori.
Ferdinando sposò Elisa Neri, trasferendosi a Roma in Via della Croce. Giacinta, fu sposata con il Conte Rosini da Cisterna.
Paolina, fu sposata a Giovanni Brovelli, benestante, sistemandosi dal quale e a pochi passi da casa nella proprietà del marito, in Piazza Segneri.
Infine Scipione, l'ultimo dei fratelli, sposò Maria Coccìa di Nettuno, contrariamente all'assenso di Annibale, ed ebbe da questa due figli, Augusto ed Angela.
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Augusto, d'indole volitiva, amante della caccia per cui fu soprannominato dai nettunesi "il Lu-
po della Seccia", amico atavico del conte Menotti - Garibaldi col quale cacciava spesso nella sua tenuta di Carano, entrambi d'idee repubblicane, contrasse matrimonio con Eva Bartolani da Cisterna, dalla quale ebbe Adele, Clara, Scipione, Maria, Anita, Scipione, Tuo ed Angela. Tranne i due Scipione, che morirono bambini, crebbero tutti nella casa paterna di Via S. Maria, angolo Via dei Volsci.
Angela, la secondogenita, fu sposata a Giovanni Zannelli da Sulmona, dal quale ebbe Umberto e Vittorio, che abitarono per lungo tempo nella loro casa di Piazza Umberto I°
Più tardi, avanti negli anni,Annibale Censi fece costruire nel locale cimitero la tomba di famig1ia, e memore della caparbietà dei suoi, riservò la cappella solo ai discendenti diretti maschili della schiatta mediante la lapide qui sotto riprodotta, precludendo alle loro donne, spose e figlie, la tumulazione in loco.
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