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Anticamente i vigneti ed altre colture, prima dell'avvento delle macchine, trattori ed altro, venivano lavorati a mano. Il terreno veniva scassato per la profondità di un metro con uno zappone dritto, a squadra, che tutti gli uomini di campagna hanno conosciuto. Ecco perchè tutti i vecchi nettunesi campagnoli, ormai in via di estinzione, erano tutti curvi, gobbosi e solcati dalle rughe come la gente di mare.
Lo scassato veniva eseguito di solito da squadre di sette zappatori, ai quali precedentemente, con un piccolo solco, veniva assegnata una striscia di terra, larga circa un metro e lunga una ventina. Stavano uno a fianco dell'altro e procedevano alla zappatura del terreno facendosi passare la fitta zappata in mezzo alle gambe per avanzare sistematicamente. Una volta fatta la buca di una certa profondità, sgrottavano la sottostante fascia per far cadere la terra soprastante, che presa poi con la zappa la rivoltavano ed ammassavano trapassandola dietro. Il terreno destinato a vigneto così approntato, veniva sfruttato per un anno a piantagione di cocomeri.
Vita dura, per questi uomini che lavoravano a giornata! La contrattazione dei padroni li impegnava in un lavoro continuo, salvo una breve sosta per mangiare, dall'alba al tramonto. La loro colazione consisteva in un pezzo di pagnotta con una aringa o una saraga, oppure con un po' di rifili magri di mortadella e qualche oliva, ed un bicchiere di vino. Quando era maggio invece mangiavano il << botto>>, che consisteva in una o due lumache con una cocuzza, oppure una patata, avvolta tra due foglie e arrostita al fuoco fatto di sterpaglia o al massimo di potature varie.
Il più delle vote, i padroni, per sfruttare al massimo i loro sottoposti, coadiuvati egregiamente dai loro aguzzini (chiamati<<saracari>>) al suono dell'Angelus, avevano il coraggio di salire sugli alberi per vedere la calata di sole all'orizzonte e dire che ancora non era sparito del tutto. Altre volte, nonostante fosse l'ora di staccare, il cielo era chiaro, e quando il vento favoriva l'ascolto dell'Angelus, spiegavano che era la campana a morto di un ciociaro, uno di fuori.
Ce l'avevano sempre tutte pronte, per protrarre le ore di lavoro. |