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Erano i primi giorni di luglio del 1903 quando arrivò a Nettuno Gabriele D'Annunzio con Eleonora Duse per trascorrere l'estate a Villa Bell'Aspetto (Villa Borghese) con tutto l'armamentariO di lavoro, compresi i cani ed i cavalli. Vi soggiornano fino ad ottobre iniziato. Già conosceva bene i luoghi per esservi stato più volte ospite dei Borghese, dei Fassini e del comm. Donati a Torre Astura, dove si sbrigliava a cavallo lungo la spiaggia e la selva di Mattone.
Nella sua permanenza, in poco più di un mese, scrisse la tragedia pastorale "La figlia di brio"; nonostante la presenza nervosa della Duse, che presentiva la fine del loro rapporto; l'arrivo della figlia Cicciuzza e le continue petizioni della Gravina per soldi e per riavere la figlia, e le svariate fughe amorose giornaliere del poeta, ritornando a casa sempre più pimpante, costernando ulteriormente la Duse.
Impiegò poco più di un mese etrasse la trama da una scena a cui aveva assistito insieme al pittore Michetti a Tocco Casauria, luogo d'origine dell'amico, quando una torma di contadini eccitati inseguì una giovane donna fin dentro la piazza del paese.
Gabriele ed Eleonora vi rimasero a tutto settembre. In quel periodo ebbe occasione dalle nozze di Carlo di Rudinì, di approfondire l'amicizia con la bella marchesa Alessandra di Rudinì, vedova Carlotti, che finita la villeggiatura a Nettuno, lo raggiunse nella villa sul lago di Garda.
Nel 1907 durante una delle sue permanenze estive a Nettuno, volle stilare la lapide ad Alfredo Nardini (che conosceva) per la sua immatura morte. |