La toponomastica di Nettuno "fuori porta" era articolata in sostanza da cinque strade principali, che partivano lungo il litorale di Via Roma, Via Vittorio Emanuele III e Via Durand de la Penne, sfiorando il borgo, per penetrare nell'entroterra nettunese. A ponente confinava con Via di Belvedere e a levante terminava dove oggi c'è Via Napoli prima del Municipio.
Alla Via Santa Barbara si accedeva passando per Via Sangallo, davanti al forte, attraverso un largo (dopo la Piazza S. Francesco) sul quale era pure innestata la Via dell'Olmata, che aveva le traverse di Via Arno, Via Po e Via Dante, collegate con la Via Isonzo, che era la traversa più in alto di Via S. Barbara.
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Su Via dell'Qlmata vi era la Via di Belvedere che la collegava a sud con Via della Stazione (quella vecchia) e Via Roma. La Stazione ferroviaria era ubicata sulla Piazza Rogier con giardino pubblico antistante, con fontanella a schizzo, su un piano più alto rispetto a quello della Via Roma, che era la carrozzabile con la tranvia incorporata. Detta Piazza terminava con un muretto-balaustra che raccordava il dislivello. Da Via della Stazione, che nasceva da Piazza
Rogier, si innestava la Via Vittorio Emanuele III, nel cui inizio vi era Via Sangallo che conduceva a Piazza S. Francesco, dove a sinistra era Via della Piccola Velocità costeggiante la ferrovia e la chiesa, che si collegava con Via Flora, dov'era il Palazzo Giacchetti, sfociando poi su Via dell'Qlmata; poi immetteva nel Vicolo (cieco) Sangallo e, più in su, a sinistra, Via lsonzo, per collegarsi a Via S. Barbara.
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All'altezza dell'isolotto della Piazza Umberto I°iniziava Via Romana, che in prossimità della fontanella dell' ospedaletto, a destra, accedeva nel Largo G. Oberdan ed a sinistra il Vicolo Cieco. Più avanti il Vicolo del Montano, che disimpegnava "I Platani" (dei Brovelli, ora negozio Porfiri) ch'era ubicato anche su Via Conte di Torino; più avanti l'osteria del "Grappolo d'oro" Via dei Giardini; più su, collegava Via Romana con Via Veneto e Via Santa Maria, poi c'era Via Cavour, che allacciava le precedenti strade fino al fosso della "Forma"; la Via dell'officina (dove erario le finestre della Società Laziale di elettricità, dove erano stati installati i due generatori di corrente) che collegava pure Via Veneto e Via Santa Maria; per arrivare allo scavo in trincea del prolungamento della ferrovia per la nuova stazione.
All'inizio di Piazza Umberto I° invece per il Largo G. Oberdan vi si accedeva in Via delle Grotte, una via strettissima e tortuosa che conduceva alla "Sgrillara", la cui prima via, a destra, era Via dei Volsci. Indi Piazza G. Torretta, dov'era istallata la fontana del Dio Nettuno (ora Piazza del mercato) che aveva a destra due traverse: la prima conduceva a Piazza delle Rimesse e la seconda, detta Via della Fontana, in Via S. Maria. Proseguendo vi era la Via E. Pelloux che era in allineamento con Via Veneto, appena accennata, confluente su Piazza Regina Margherita, estremo lembo fabbricato.
Prima che iniziasse Via Veneto, però, vi era Via dei Giardini di collegamento con Via S. Maria. Indi, Via Cavour, Via dell'Officina e lo scavo in trincea della Ferrovia. Nella distante P.zza Regina Margherita vi era a destra l'antichissima Via in Arcione, che sfociava su Via S. Maria dove molto più tardi, nel '37, venne costruita la chiesa del S. Cuore.
Sempre dalla P.zza Umberto I°, prima dell'inizio di Via Durand de la Penne, a sinistra, s'imboccava Via Santa Maria (che fino al'700 era chiamata "Strada Comutativa", troviamo la prosecuzione di Via dei Volsci, con le traverse di Vicolo del Fosso (cieco), Via degli Etruschi, dove confinava il mattatoio, e Via Napoli, quella del fosso del lavatoio comunale.
La Via degli Equi, che proveniva dalla Piazza delle Rimesse.
Più avanti Via del Mattatoio (ora Via dei Latini), Via dei Giardini a sinistra, Via Cavour, a destra e a sinistra, dove era ubicata la chiesa sconsacrata di S. Nicola (che a quei tempi era adibita a bottega di falegname); Via dell'Officina; l'altra chiesa sconsacrata di Santa Croce e lo scavo in trincea della ferrovia. Molto più avanti, a sinistra, la predetta Via in Arcione.
Su Via Napoli, lungo il corso del fosso, su cui era la "Forma", confluivano le traverse del Vicolo dei Volsci, Via del Mattatoio e Via Cavour, per arrivare alla ferrovia che in quel punto era a livello del terreno.
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Tutte le altre strade traverse, come Via della Libertà, Via XXVIII Ottobre, Via Risorgimento, Via 24 Maggio, Via Montenero, Via 4 Novembre, Via Montegrappa e Montesanto, cominciavano a prendere consistenza a causa dei continui nuovi insediamenti, dopo la fine della prima guerra mondiale e successivamente, dopo l'instaurazione del regime fascista. |