Marietta, come ce l'hanno consegnata i testimoni della sua breve stagione terrena, non ha parlato molto e non solo per via della giovane età.
Alcuni maldestri tentativi devozionalistici hanno offerto di lei più che un ritratto un santino edulcorato, lontano dalla realtà, disincarnato dalla storia e dal quotidiano.
Raccontare solo della sua morte si è rivelato troppo spesso una scorciatoia. Approssimazione e qualunquismo hanno messo in bocca profili di basso e riduttivo spessore.
Marietta nelle sue poche espressioni ha parlato come donna della Parola e la sua vita si è incamminata sui sentieri dei grandi della Bibbia. Qna adesione continua a quel progetto che l'Altissimo giorno dopo giorno le metteva dinanzi.
Il "taglio" biblico della testimonianza di Manetta è stato autorevolmente sottolineato dal Papa nella sua storica visita del 29 settembre 1991 a Cascina Antica di Le Ferriere. Il Pontefice in quella occasione ha parlato della "santa del quotidiano", ad indicare questa costante interazione tra l'agire di Marietta e quella Parola che la piccola aveva ascoltato fin dai primissimi giorni della sua esistenza.
II "cammino biblico" di Marietta è testimoniato anche dal suo modo di esprimersi: poche parole e praticamente tutte "prese dalla S. Scrittura". In tutto si può notare il respiro biblico del profeta che annuncia "cieli nuovi e terra nuova" dal pulpito modesto ma affascinante di un casolare.
Le prime parole che conosciamo di lei vengono pronunciate nel momento più tragico della famiglia Goretti, quando in quel 6 maggio 1900 Luigi, il papa, morì di malaria nell'inferno delle Paludi Pontine: "Mamma, non ti preoccupare: Dio non ci abbandonerà. Tu prendi il posto di papà in campagna ed io proverò a mandare avanti la casa. Camperemo, vedrai..".
È la prova più dura e terribile dei suoi appena 10 anni e come Abramo la supera, affidandosi a quel Dio conosciuto ed amato fin dai tempi di Pregiagna.
Poi è tempo di levare la tenda, camminare, non avere una casa, una terra, un giaciglio.
Come nelle donne e negli uomini della Bibbia, l'unica certezza è Lui, il resto può mutare all'infinito. La sua è la spiritualità della tenda più che del tempio, una spiritualità che ama le altezze e le asperità, con quei piedi scalzi che non conoscono terre amiche e sono costellati di continenti callosi.
La vita poi riprende a Cascina Antica, la primavera arriva dal mare sulle ali dei gabbiani che scendono in picchiata sull'Astura. "Mamma, quando farò la Prima Comunione?", chiede Marietta. Un presentimento ed insieme uno spaccato della sua anima. Sembra di sentire l'eco delle parole di Gesù: "Chi beve di quest'acqua non avrà più sete in eterno. Io sono quella vita che non muore...".
Da lontano il borgo di Conca è vestito dal giallo delle ginestre in fiore, con quei papaveri che hanno scavato nel tufo occhi di fuoco. Le campane dell'Annunziata hanno chiamato ad uno ad uno i rudi uomini della Palude. La Prima Comunione dei propri figli è un giorno speciale per il "pianeta delle zanzare": almeno per ventiquattr'ore i loro figli sono come i figli di tutti.
Marietta, prima di scendere la rampa di Cascina Antica per andare a ricevere Gesù, dimostra che il catechismo non lo aveva solo imparato a memoria: "Mamma, chiedo perdono a tutti quelli che posso aver offeso".
Questo perdono andrà lontano, volerà dove pochi osano volare, un perdono che sa di Venerdì Santo e di Resurrezione.
Le ombre della sera scendono presto. Sul ponte vicino alla Chiesa non passano più i cavalli e le ultime margherite hanno perduto già i primi petali, sperduti tra i rovi.
"'Alessandro, che fai? Dio non è contento, perdi quella vita che Lui è venuto a portarci... ".
Come una icona, Marietta passa su quella strada tra Le Ferriere e Nettuno. Se ne va un po' di cielo, una boccata di aria pura tra i miasmi di una Palude disegnata più nel cuore che nella cartina geografica.
Le ragioni del Signore sulla logica di morte e di orrore, la sua volontà è come una corazza invalicabile e chiusa come il cielo di luglio.
Dalle finestre della "Divina Provvidenza" i riflessi del mare disegnano, sulla parete candida dell'ospedale, lumini di luce e di fantasia.
Marietta ora è un gigante invincibile, parla ad Alessandro come parlerebbe al mondo intero. Non conosce altro se non le parole del Signore: "Certo che lo perdono Alessandro e lo voglio vicino a me in Paradiso".
Un testamento già scritto esattamente 1900 anni prima, da quello stesso Signore, vittima come lei dell'ingiustizia e della violenza.
"In cambio della morte io ti offro una vita che non muore mai, il mio perdono suonerà come una nenia che farà crollare le mura di una Gerico senza età".
A farcela sentire sempre, la Marietta-fiore-di-campo, ci pensa l'arsura: "Mamma, ho sete, datemi una goccia d'acqua", e quel capo che si piega come lo stelo di un giunco dell'Astura.
Ora davvero tutto si è compiuto: l'Altissimo e Marietta impegnati a scrivere una storia insieme, una storia che appartiene all'eternità.
Un'unica storia con il sigillo della testimonianza portata avanti senza cedimenti nella fedeltà più trasparente a quella Parola che Marietta ha fatto sua giorno dopo giorno.
Proprio come gli uomini e le donne di un Bibbia senza età e senza tempo. |