La reliquia donaata da mamma Assunta
a Corinaldo
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Una storia drammatica e violenta è nello scenario inquietante delle Paludi Pontine.
Una popolarità improvvisa, la commozione di una intera città, due o tre titoli sul giornale.
Poi il lento ed inesorabile scorrere della vita, la guerra del 1915-1918, la banalità di "così va il mondo".
Ma l'oblio non scende invece su quei freschi 11 anni 8 mesi e 21 giorni. L'inevitabile colleziona una battuta d'arresto, e quella bambina di nome Maria Goretti dall'anonimato viene catapultata sul palcoscenico del mondo.
Nella storia di S. Maria Goretti è deviante affidarsi solo alla buona o cattiva volontà degli uomini.
Molti di loro per troppo bene (a sentir loro) l'hanno ridotta ad uno slogan sdolcinato e irraggiungibile. Altri, intingendo il pennino nel cocktail del dissacrante, hanno esibito la delicatezza di un elefante in una stanza di specchi.
Indirettamente, entrambi hanno alzato il sipario per una rivisitazione puntigliosa, concreta e desiderosa solo di verità.
Le luci si accendono sulle vicende di una storia di emigrazioni e di terra da lavorare: un problema che tocca da vicino una famiglia su tre dell'Italia fine '800. I Goretti sono di Corinaldo, splendida cittadina vicino al mare di Senigallia. Una famiglia povera ma dai valori schietti e profondamente cristiani.
Marietta (così veniva chiamata in famiglia) nasce il 16 ottobre 1890 e prima di lei era nato Angelo, poi verranno Mariano, Ersilia e Teresa.
Neanche il tempo di organizzarsi, e per Luigi e Assunta Carlini decidere di emigrare nella campagna romana diviene l'unica alternativa alla fame.
Le ricche famiglie della borghesia romana possiedono immensi latifondi e promettono lavoro e "pane di grano" in cambio di un prezzo altissimo da pagare in fatica e sudori.
A Colle Gianturco, vicino a Paliano, lavorano nell'azienda agricola del senatore Scelsi. Una parentesi tutto sommato grigia, in attesa di un futuro meno strampalato; ma in questa terra avvengono due incontri destinati ad avere un ruolo determinante in questa storia.
Conoscono e divengono soci di Giovanni e Alessandro Serenelli, e per la prima volta stringono una affettuosa amicizia con i Passionisti della Madonna di Pugliano.
Il ritmo di vita fatto di lavoro e di silenzi viene interrotto bruscamente da un improvviso licenziamento causato da un violento scontro tra i Serenelli e lo Scelsi.
Nella più nera disperazione accettano la proposta di lavoro che viene da Le Ferriere di Conca, capitale mondiale della malaria, dove il conte Attilio Mazzoleni promette pane e benessere.
La fama di questa terra situata nel cuore delle Paludi Pontine è tutta in negativo, sia per le subumane condizioni di vita, sia per la mortalità causata dalla malaria. La morte è una compagna talmente familiare che gli abitanti delle lestre la chiamano comare e nella stalla tra gli attrezzi agricoli c'è sempre una cassa da morto.
Il terreno tuttavia è fertile, il clima mite e la casa in muratura e le speranze di inserimento decisamente favorevoli.
Improvvisa e agghiacciante la tragedia: il 6 maggio 1900, 41 anni e cinque figli da mantenere, Luigi Goretti muore di malaria. In questo scenario di lutto e di smarrimento noi conosciamo le prime parole di S. Maria Goretti:
"Mamma, non ti abbattere, io penserò alle faccende di casa, tu. prenderai il posto di papa in campagna. Vedrai, Dio non ci abbandonerà".
Inizia così la straordinaria avventura di Marietta, una fede limpida e forte e un sì pronunciato nella quotidianità del giorno-dopo-giorno, vissuto nel servizio e nell'amore.
In lei il quotidiano diviene icona di una vita donata con generosità e nel candore dei suoi freschi anni.
A sentire Mamma Assunta e lo stesso Serenelli, Marietta è l'anima di una resurrezione che a Cascina Antica riprende a scorrere con dignità e fiducia. Davvero non trovano giustificazioni valide i colori di un "santino" evanescente e gelido.
Maria Goretti non conosce i segreti del leggere e dello scrivere, ma, pur di anticipare il giorno della sua Prima Comunione, impara tutto a memoria. E quella mattina, Ottava del Corpus Domini 1901, prima di andare in chiesa chiede perdono a tutti di casa, a dimostrazione che il catechismo non lo aveva solo imparato a memoria.
Marietta si prende cura di tutto e ai fratellini insegna a vestirsi, a giocare e a stare composti durante la preghiera nella chiesina di S. Antonio a Le Ferriere.
Su questo scenario di indiscutibile fascino calano improvvise le ombre della sera.
Tra i Serenelli e i Goretti i rapporti non sono mai stati tranquilli, ma con la morte di Luigi il deterioramento si tocca con le mani.
Alessandro Serenelli diciassettenne, un carattere inquieto e problematico, comincia a fare strane proposte a Marietta.
Le minacce di morte, le maniere brusche, il sotterfugio e quegli occhi cattivi, suscitano nella Goretti una reazione di fastidio e di ripugnanza.
Marietta è ancora piccola, ma è una ragazza pulita, lineare, aperta al nuovo e al bello. La dimensione della fede, della speranza e della carità fa nascere in lei una sensibilità diversa dalla logica della violenza e del compromesso.
Un pomeriggio afoso di luglio del 1902 il punteruolo di Alessandro colpisce a morte quella bambina che in nome di Dio e dell'uomo gli ricordava l'assurdità di quell'oltraggio.
Dinanzi al piccolo fiore di campo ferito si inchinano gli uomini della Palude, e, quando l'ambulanza diretta a Nettuno passa sul ponte dell'Astura, quelle mani callose e rudi stringono il cappello come fanno solo nel giorno del Corpus Domini.
All'ospedale Orsenigo di Nettuno fanno l'impossibile, e quel giorno in sala operatoria viene inaugurata la corrente elettrica, ma le condizioni della fanciulla non danno speranza alcuna.
Ad una domanda precisa del sacerdote, Manetta perdona l'uccisore e desidera di "volerlo con sé in Paradiso". Una testimonianza di riconciliazione e di fede nella vita-dopo-questa-vita che non lasciano dubbi sul significato della sua vita e della sua morte.
Maria Goretti muore il 6 luglio 1902 alle ore 15.45: un pomeriggio di sole caldissimo e la commozione di una intera città che, di porta in porta, racconta come una nenia l'avventura del piccolo flore di campo venuto a morire in riva al mare.
Nel susseguirsi dei fatti, nelle parole e nei gesti è davvero impressionante la somiglianza tra la morte di Gesù e quella di S. Maria Goretti.
Poi su quella tomba avvengono guarigioni prodigiose, la Chiesa prende in esame l'ampio dossier presentato dal passionista Mauro Liberati e il Papa Pio XII, il 27 aprile del 1947, la dichiara beata.
La canonizzazione del 24 giugno 1950 è rimasta indelebile nell'immaginario collettivo, sia per la straordinarietà dell'avvenimento, sia per la presenza di Mamma Assunta e i suoi figli.
Il miracolo più clamoroso sarà la conversione del Serenelli, che vivrà santamente fino al 6 maggio 1970, stesso giorno e stesso mese della morte del papà di Marietta.
Maria Goretti non è uno slogan, né la Santa "dei cinque minuti" beati e inconsapevoli. Il suo è un itinerario alla santità fatto di quotidianità, di servizio e di accettazione di un progetto di vita che Dio le metteva davanti giorno dopo giorno.
Un camminare verso Dio da laica, rispettosa del suo ruolo e della sua età, nel contesto della sua famiglia e nella precarietà della vita vissuta con cuore di bambina e come i piccoli di Jahvè.
Alcune tappe di questo itinerario hanno un nome e una precisa motivazione:
- Fiducia nella Provvidenza anche nel dolore:
"Mamma, non ti preoccupare, Dio non ci abbandonerà".
- Amore verso il suo prossimo:
"Adesso penserò io a mandare avanti la casa".
- Rifiuto della violenza e rispetto della propria dignità di donna:
"Ma che fai Alessandro? Dio non vuole e tu vai all'Inferno".
- Attenzione alla preghiera e all'unione con Dio:
"Mamma; quando farò la Prima Comunione?"
"Teresa, quando torniamo a ricevere Gesù?"
- Perdonare sempre e senza distinguo:
"Per amore di Gesù lo perdono di cuore"
- Testimonianza di una vita dopo questa vita:
"Lo voglio (Alessandro) con me in Paradiso".
- Vivere la fede con semplicità e senza formalismo:
"Che era brava lo sapevo, che sarebbe diventata Santa non me l'aspettavo". (Mamma Assunta).
I recenti traguardi raggiunti dagli studi di J. Piaget circa la problematica dell'età evolutiva hanno permesso tra l'altro di descrivere con soddisfacente precisione i limiti ma anche la completa autonomia di un preadolescente.
Anche i dodici anni di Marietta ora devono essere guardati con maggiore rispetto anche dal punto di vista motivazionale.
La scienza di fatto ha confermato quello che la fede aveva già definito a proposito della maturità di Marietta.
Il sentiero che percorre la Goretti è il cammino dei grandi della Bibbia, annuncio profetico di una creazione nuova, rivelazione di una salvezza che è segno della presenza di Dio nella storia.
Un itinerario da adolescente, con le luci e le ombre della sua età, ma con il cuore desidera incontrare questo Dio giorno dopo giorno. Il quotidiano vissuto come dono e come servizio.
Niente a che vedere con i beati e involontari "cinque minuti" di "così fan tutte", o con la deludente banalità di biografi con il vezzo "dell'usa e getta". |