"Maria Goretti fra passato e presente", una bambina che, pur fermata per sempre con il martirio nei suoi dodici anni, seguita a crescere come figura e come messaggio. Una bambina di Dio che cresce nelle coscienze. Il centenario del suo martirio è una occasione di studio e di meditazione che ci permette, tra l'altro, di non meravigliarci di una santa a dodici anni.
Chi si meraviglia dei dodici anni di Maria Goretti non ricorda forse la voce di Dio al ragazzo Samuele e David, il più giovane degli otto figli di lesse, consacrato con l'olio. E Maria, la madre di Gesù, non fu giovanissima madre di Dio? Forse è meno re il bambino adorato dai magi, dell'uomo cui Filato fece apporre una scritta sulla Croce, "Gesù Nazareno re dei giudei?".
Lo Spirito non è figlio della carne o dell'intelligenza. Lo Spirito soffia dove vuole e quando vuole e nessuno sa perché. Si librò all'inizio del tempo sugli abissi, sulle grandi acque e dal niente fu la luce al gesto della volontà di Dio. Si libra lo Spirito su coloro che amano, si librò su Maria Goretti e fu martirio: No, è peccato, tu. vai all'inferno, Alessandro! "Non la carne o il sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli". "Se non diventerete come uno di questi piccoli, non entrerete nel Regno dei cieli".
Che meraviglia allora se l'abbiamo ritrovata, Maria Goretti, nel Tempio, a dodici anni, consacrata dall'umana violenza e a noi stupiti ha detto con il sangue: "Non sapevate che dovevo fare la volontà del Padre mio?"
Si dice "piccola martire" ed ammiriamo, ma l'arma che l'ha colpita è stata affilata nella palude in un mondo dalle molte insidie e dalle grandi e piccole connivenze. Da questo libro esala il macroscopico degrado etico-sociale che ineluttabilmente dilaga nel tentativo di minare le coscienze civili e religiose. Come un insulto a quel creato che Dio stabilì che era buono e bello.
Quando fiorisce il gemito e il sorriso di un martire sappiamo che una giustizia è stata violata, un ordine infranto. Nel villaggio globale in cui viviamo, questo accade più spesso di quello che sarebbe comprensibile aspettarsi. E certamente la coscienza universale ne è sempre più scossa. Cresce l'indignazione e si alzano le difese. Qualche volta ci si smarrisce per la sensazione che la palude non investa il limitato spazio dell'Agro Romano, ma che tracimi nell'universo intero. E noi della speranza gli opponiamo il gemito e il sorriso di una Maria Goretti, la cui vita spesso è offerta solo come alimento edificante, ma da questo studio si capisce quanto argine possa alzare contro il male del mondo e quali coscienze nuove possa suscitare.
Un argine che può sembrare fragile perché esile è la sua figura e troppo breve la sua vita, per consolidare una valida opposizione all'onda del male e per suscitare echi nelle coscienze. Poi ci accorgiamo che la sua morte-martirio nasce dalla Croce ed è indissolubilmente legata alla morte-martirio di Gesù e allora l'argine diventa robusto e il fermento nelle coscienze efficace.
Si nota con stupore, infatti, come gli elementi della passione di Gesù ci siano tutti nella "passio" di Maria Goretti. Le contarono 14 ferite di punteruolo e 4 contusioni ed ecchimosi. "Si possono contare tutte le mie ossa". "Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto".
Marietta è riarsa dalla sete per la febbre alta: "Ho sete. Datemi una goccia d'acqua". Le passò la madre Assunta un pannolino umido sulle labbra. "Ho sete. - Gli appressarono alla bocca, i soldati, una spugna imbevuta d'aceto". Mamma. Quante volte Maria Goretti la chiama nella desolazione e nel delirio della febbre. E Gesù: "Madre, ecco tuo figlio".
E il gesto qualificante del perdono: "Sì, Alessandro lo perdono". Dove sono Marietta i tuoi dodici anni? E Gesù: "Padre perdona loro che non sanno quel che fanno". E Marietta: "Lo voglio con me in Paradiso". E Gesù al ladrone: "Oggi sarai con me in Paradiso", e reclinato il capo emise lo spirito. Marietta ormai è esausta, consumata da venti ore di febbre altissima e dissanguata, piega il capo sul guanciale e spira. È il luglio 1902, ore 15,45. "Era circa l'ora nona quando spirò". Il centurione, visto quanto era accaduto, diede gloria a Dio dicendo: "Veramente quest'uomo era figlio di Dio". E la folla torna indietro battendosi il petto. E la gente a Nettuno e a Le Ferriere alla morte di Maria Goretti: "Era veramente una santa".
I Passionisti, custodi morali delle memorie della Santa, sono lieti di questa nuova edizione: un atto doveroso sia verso Maria Goretti, le cui spoglie sono venerate nel Santuario di Nettuno a loro affidato, così come è loro affidata la Casa del Martirio a Le Ferriere, sia come obbedienza al dettato delle Costituzioni della loro Congregazione, che li impegna ad assumere delle precise responsabilità in un mondo troppo carico di violenza, ingiustizia e degrado.
Ottaviano D'Egidio
Superiore Generale Passionisti
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