16 ottobre 1890 - 6 luglio 1902: l'umana avventura di Maria Goretti è tutta racchiusa in questa manciata di giorni.
Molti aspetti della sua storia sono simili a quelli di tanti volti anonimi, passati inosservati, vissuti lontano dai bagliori di una società che contava i giorni ad un secolo ormai al tramonto.
Almeno per una stagione, la loro morte getta ombre di inquietudine sullo scenario dei potenti, diviene messaggio cruento di tempi che ogni generazione definisce difficili.
La vita di Maria Goretti è la storia di un piccolo fiore di campo, dall'esistenza breve ma intensa, cresciuto ed appassito nella dimensione di Dio.
Nessuno di noi ha visto il suo volto, i suoi fratelli e le sue sorelle, le amichette della domenica, gli uomini della Palude e le donne di Piazza del Mercato non sono più tra noi.
Nessuno che ricordi i suoi giochi, il suo sorriso e le sue paure. Il suo passo di bambina di Dio è scivolato via con le prime piene limacciose dell'Astura.
Nella storia che conta non c'è posto per gli eroi fatti così e la terra chiamata Palude è solo un luogo maledetto e noioso, regno della morte e della frustrazione.
Niente di più per gli uomini e le donne del Palazzo, prigionieri del loro potere e della loro utopia.
La frazione di storia che va dall'Anno del Signore 1890 alla prima decade del secolo XX è caratterizzata da profondi fermenti.
Nei vari aspetti della vita italiana coesistono il vecchio ed il nuovo, la nostalgia del passato e la sua revisione critica. La stanca ripetizione di vecchie formule e la ricerca di vie nuove. La paludata, sonora e "sana" poesia carducciana e quella pascoliana tutta sommessa ed angosciata.
Il monumento a Vittorio Emanuele II in Roma ed il "quarto stato" di Pellizza da Volpedo, gli orizzonti piccolo borghesi del teatro di Giacosa, dove adulterio vuoi dire tragedia e celebrazioni edonistiche del teatro dannunziano. Le esigenze delle classi subalterne, che sempre più incidono sulla cultura del paese, e la sanguinosa repressione come unica risposta ad esse.
Questa situazione, evidente per i posteri, non sfugge ai contemporanei che, a seconda dei punti di vista, hanno coscienza di questa "decadenza" o di questa "novità" e si assegnano il ruolo di innovatori o restauratori di antichi valori (Carducci, Crispi) oppure di banditori ed apostoli (D'Annunzio in un senso, il socialismo nell'altro).
L'esempio di governo autoritario offerto da Crispi è seguito dai suoi successori, esponenti della cosiddetta "destra". Il 7 maggio 1898 scoppia la rivolta di Milano, repressa dal generale Bava Beccaris con una strage di più di 100 morti.
I casi di corruzione pubblica culminano nello scandalo della Banca Romana, accusata di fraudolenza. La crisi del secolo ha un drammatico epilogo nell'atmosfera surriscaldata dalle tensioni sociali e da laceranti contrasti politici.
Per vendicare le vittime dell'eccidio di Milano, l'anarchico Gaetano Bresci il 29 luglio 1900 uccide a Monza re Umberto I. In politica estera la sconfitta di Adua (1896) segna il tramonto della disastrosa strategia coloniale di Crispi.
All'indomani dell'unità, l'Italia è un paese essenzialmente agricolo (sei italiani su dieci sono contadini), l'età media della vita è di 17 anni, comprese le morti infantili. Alla fine dell'Ottocento in provincia di Roma ci sono ancora epidemie di colera, di vaiolo, di tifo petecchiale e di ileotifo. Ben 200.000 italiani muoiono di malattie infettive.
Il pericolo numero uno tuttavia è la malaria: 15.000 morti in tutto il territorio nazionale, di cui 1500 solo nelle Paludi Pontine, una delle zone più malariche del pianeta.
Nel 1880 il governo da vita ad un intenso programma di industrializzazione ma con risultati scarsi. Sono gli anni della grande depressione economica europea che va dal 1873 al 1896 e che produce la più stupefacente emigrazione di ogni epoca.
Negli anni Novanta il flusso emigratorio verso l'America raggiunge circa le 282.000 unità, per arrivare alla cifra record di 600.000 nel primo decennio del nuovo secolo.
Il sorgere dell'industria non pone le premesse per uno sviluppo omogeneo di tutte le regioni d'Italia.
Squilibri e differenti livelli economici causati dal secolare frazionamento politico e dalla varietà di esperienze storiche delle diverse regioni, gettano le basi per quella che passerà alla storia come la famosa "questione meridionale".
Come risposta alle crisi economiche anche i Governi Italiani, come quelli europei, tentano la carta del protezionismo economico e dell'imperialismo.
Esperienza amara, naufragata nella steppa di Adua e nel gulag di una miseria senza precedenti.
Progressivamente nella vita nazionale prendono peso le forze popolari, intese come demarcazione dalla democrazia borghese.
Nascono le Società di Mutuo Soccorso che vengono in aiuto in casi di disoccupazione, malattia, licenziamento.
A Milano nascono la Società contro l'accattonaggio e il Soccorso fraterno che provvedono alla distribuzione del pane da mangiare subito sul posto per evitare il riciclaggio.
Iniziano le prime rivendicazioni sindacali per il riconoscimento dello sciopero, per la riduzione della giornata lavorativa (che arriva a 12 ore), per gli aumenti salariali (il reddito medio di un bracciante è di 322 lire l'anno), contro lo sfruttamento del lavoro delle donne e dei bambini.
Una legge del 1882 concede il diritto di voto agli elettori che hanno 21 anni, pagano 19 lire di imposte annue e sanno leggere e scrivere.
Su quasi 32 milioni di italiani solo 2.750.000 hanno queste caratteristiche e solo la metà compie il suo dovere di elettore, dando via libera alla vittoria dei partiti liberal-massonici.
Una legge di quegli anni, tenuto conto che un italiano su due è analfabeta, rende obbligatoria e gratuita l'istruzione elementare.
Nel decennio 1891-1900, con una popolazione che è la metà di quella attuale, gli omicidi sono quasi 4000 all'anno (22 volte più dell'Inghilterra e 6 volte più della Francia), contro 1450 del nostro tempo.
Fra il 1890 e il 1911 i "fatti di sangue" raggiungono la cifra di 2 milioni, la percentuale di rapine, estorsioni e sequestri di persona è di 25 volte maggiore rispetto a quella attuale.
La Chiesa, appena uscita dalla traumatica esperienza legata alla presa di Porta Pia, si inserisce attivamente nella scottante questione sociale.
Nel 1891 Leone XIII promulga la celebre Rerum Novarum, vero manifesto profetico della dottrina sociale della Chiesa.
Il documento papale riconosce l'esistenza del problema operaio e delle ingiustizie fra le classi, ma critica sia la soluzione marxista sia quella capitalista.
Il 13 gennaio 1890 da una famiglia contadina nasce Primo Mazzolari, una delle figure più carismatiche del cattolicesimo del secolo XX, precursore incompreso (almeno fino a Papa Giovanni XXIII) di una Chiesa inserita nelle problematiche del tempo, presente e attenta alla voce degli ultimi.
Il 6 aprile 1901 viene alla luce Piergiorgio Frassati, profeta di un cristianesimo autentico e senza compromessi. È beatificato il 20 maggio 1990 da Giovanni Paolo II.
Nonostante il diverso contesto socio-culturale questo giovane piemontese ha molti lati in comune con la nostra Marietta.
Lo stesso camminare verso Dio attraverso il quotidiano, nelle grandi piccole cose del vivere e nella condizione di laico, a ricordarci che la santità non ha isole esclusive.
Con la Goretti, Piergiorgio condivide anche la giovane età: un manifesto del cristiano che influenzerà enormemente la Chiesa alle soglie del terzo Millennio.
In campo letterario la situazione conflittuale ispira la nouvelle vague.
Si va esaurendo il movimento romantico che nell'arte si è ispirato suggestivamente a motivi storico-fantastici. Si afferma l'interesse per il quotidiano, nasce il realismo, impegnato in una rappresentazione fedele della realtà nel suo più asciutto verismo.
Il romanzo è il genere letterario che meglio rispecchia la nuova tendenza: Balzac in Francia, Dostojevskij in Russia, Dickens in Inghilterra, influenzano tutto il movimento letterario europeo.
Sulle orme del naturalismo si cerca di ipotizzare un'arte documento della più misera ed arretrata condizione esistenziale.
È il mondo degli oppressi e dei diseredati che prende coscienza della sua forza e sale alla ribalta della cultura.
In tale panoramica multiforme e complessa la storia di Maria Goretti si inserisce con evidente coerenza.
L'arte vive momenti di rara creatività: l'Impressionismo di Manet, Cézanne, Degas, e in Italia i Macchiaioli con Fattori spalancano la finestra su un'altra visione della realtà.
Morandi, Modigliani e Doccioni, coetanei di Manetta e tra i più grandi pittori italiani del '900, attraverso questa strada tagliano traguardi di insuperabile spiritualità.
ROMA - Porta S. Giovanni con al centro
la famosa "barozza" romana.
E' questa la Roma al tempo di Marietta |
Una nota di colore che a modo suo influenzerà anche il secolo successivo: ad Atlanta (Usa) John S. Pemberton, droghiere e farmacista, decide di creare uno sciroppo contro il mal di testa.
Alcuni garzoni di bottega di nascosto vi aggiungono acqua gassata. L'8 maggio 1886 nasce così la Coca Cola.
In campo scientifico nel 1901 Marconi realizza la prima comunicazione trans-oceanica via radio, dall'Inghilterra all'isola di Terranova.
Sigmund Freud per la prima volta traccia i contorni topografici della personalità, descrivendone gli sviluppi ed esplorandone la parte più profonda.
Pasteur svela l'origine microbica delle malattie e Rontgen dimostra che una serie di onde luminose, i raggi x, possono attraversare i corpi e rivelarne le malattie nascoste.
Nobel arriva accidentalmente alla dinamite ed i coniugi Curie scoprono il radio.
Si sta avvicinando l'era atomica con la sua scia di promesse e di paure.
In questo scenario, solo ad una analisi superficiale estranea alla sua esperienza umana, ha camminato Maria Goretti.
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