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MARIA GORETTI
Storia di un piccolo fiore di campo

di
GIOVANNI ALBERTI

La presente opera si può acqistare presso
il Santuario Madonna delle Grazie a Nettuno
Tel./fax 06 9854011
E-mail: lastelladelmare@libero.it
www.santuarionettuno.it

 

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28 - Luglio 1902


Dopo il funerale di Marietta, Temistocle Signori, parroco di Nettuno e apprezzato scrittore, dedica alla piccola una poesia che riproduciamo integralmente.

 

MARIA CORRETTI - INNO

Maria colomba candida
che sotto un ferro rio
Lasci la salma lacera
E voli in seno a Dio...
Oh te beata! Martire
Di tua verginità.

2. Fra le prudenti vergini
Di bel numero una
Spazi per l'ampio empireo
Lieta di tua fortuna
Mentre la terra attonita
Nel contemplarti sta.

3. Dove attingesti o tenera
Fanciulla il gran coraggio?
Di vaghi fior sol dodici
volte ti arrise il maggio
E già in tuo cuor magnanima
Lanciava la virtù?

4. Rozza, negletta, povera
Ignobil contadina
E come mai di gloria
Ti cambi in eroina?
Oh in te prende imperio
La prova di Gesù.

5. L'amavi... e pura vittima
Cadesti del suo amore
- Sì muoia pur in me volgasi
L'attesa del Signore -
Ecco il tuo gran proposito
In quel tremendo di.

6. Ti vide il tristo, ingenua
D'innanzi all'umil tetto
Ti vuole e di libidine
Arse al grazioso aspetto:
Ratto d'indegne voglie
Il sozzo cuor si apri.

7. Quale allo scoppio orribile
Di subita tempesta
Annosa quercia intrepida
Nel gran furor si resta
Tal fosti all'urto, al fremito
Dell'empio seduttor

8. Da prode in lotta acerrima
Pugnasti o derelitta
Di pravo ferro. Ahi strazio!
Ti stese al suoi trafitta
È salvo, intatto il vergine
Giglio del tuo pudor.
Ancora in quel tugurio

9. Si udirò i mesti lai
Ristese ancora il gemito:
"O misero che fai?
Tu vai per sempre a perderti
Nell'infernal prigion".

10. Tuoi detti, no, non valsero
A rattener l'indegno
Che invaso dalla furia
D'un esecrato sdegno
Sfoga su te frenetico
La rabbia d'un leon.

11. Ahi per vederti fragile
Bersaglio a colpi atroci
Nel proprio sangue naufraga
Mandar le stanche voci
E già l'estremo anelito
Tra spasimi e dolor.

12. Ma no che il del superstite
Ti volle a tanto scempio
Perché di rai più fulgidi
Brillasse il raro esempio
E più smagliante aureola
Potesse il crin fregiar.

13. Fra mille cure amabili
In sacro ostello accolta:
Potesti il Pan degli Angeli
Gustar la prima volta:
Potesti esprimer l'ultima
Parola di perdon

14. Qual giglio che abbandonasi
Languido senza umore:
Spirasti la bell'anima
Nel bacio del Signore:
Tornando in piena gloria Dall'ardua tenzon.

15. Rende le pompe funebri
Spettabile corteo
Di fiori adesso il feretro:
La palma il bel trofeo
Chiude la casta spoglia
Un decoroso avel".

 



OPERA APPARTENENTE AL FONDO BIBLIOGRAFICO
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