CORINALDO -
La Madonna dell'Incancellata
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Dopo 100 anni da quel 16 ottobre 1890 molte cose sono cambiate per ciò che riguarda Corinaldo.
La cittadina è sempre lassù, con la sua aria distinta e civettuola, con le sue mura e il suo Pozzo della Polenta.
Le chiese e le icone alla Vergine testimoniano una fede e una creatività che il tempo non osa scalfire.
Il carattere dei corinaldesi sprizza dai pori allegria e senso dell'accoglienza, anche se qualcuno si ostina a definirlo un po' pazzerellone.
Laggiù nella valle la terra è rigata da filari d'uva e di ulivo, campi curati e autentici gioielli dell'arte bucolica.
Pregiagna scivola dalla strada che va verso il convento dei Cappuccini, un sentiero (ora asfaltato) che inizia a correre a perdifiato tra case e ville e che poi si assopisce dolcemente dinanzi a quella che è conosciuta come la casa natale di S. Maria Goretti.
Il visitatore vi arriva dopo un bagno esistenziale nell'universo di colori e di suoni che solo la natura offre con elettrizzante generosità.
Sull'aia due gelsi
La casa natale ha l'aria dimessa e affascinante dei santuari rupestri.
Non ci sono croci su quel tetto, né campanili dalle lunghe dita affusolate verso il ciclo ma, in pochi luoghi come questo è possibile dialogare con l'Eterno.
Una statua della Vergine al di là della strada è punto di approdo di fiori e di preghiere come in tutte le edicole di campagna dell'Italia dei paesi.
Sull'aia due gelsi centenari e poche manciate di terra piana, testimoni distratti di giochi innocenti e di fresche risate. Sotto il muro di casa, dalie e margherite e a pianterreno perfino la ricercatezza di un telaio e di una cantina. Come forse dovevano essere quelle dei ricchi cento anni fa.
Poche scale ripide conducono al primo piano dove lo sguardo si ferma in una cucina grande e luminosa.
Il camino, gli alari, le stoviglie in rame, il tavolo, le sedie e il pavimento dalle mille rughe creano la suggestione come se qualcuno dovesse arrivare da un momento all'altro.
A destra e a sinistra del camino due piccole camere e due finestrelle che rubano fazzoletti di cielo.
La camera di Luigi e Assunta Goretti con il lettone ha una piccola culla e una cassapanca. Nessuno potrà mai dire se quella culla tenne Manetta, ma quell'oggetto rozzo e antico è lì per ricordare quel 16 ottobre 1890, il giorno in cui venne alla luce quella bambina che cambierà radicalmente il destino dei Goretti.
Lo scenario è di struggente fascino, Marietta vi ha vissuto solo 6 anni ma tutto parla di lei e della sua straordinaria storia.
Il fatto nuovo a Corinaldo
Adesso Pregiagna e con essa Corinaldo capiscono di far parte di un disegno dai risvolti per molti aspetti misteriosi.
Dinanzi a quella lapide bianca, incollata sul muro maestro, che ricorda al mondo che quella culla ha contenuto una stella della Chiesa, si inginocchia l'universo.
Marietta non mette soggezione, la sua è un'aria tranquilla e buona, fatta di dolcezza e di poesia. Quella strada polverosa ha conosciuto i suoi passi di bambina di Dio in cerca di una terra, di un sorriso.
Ma tutto questo è una forza che sconvolge i diktat di un mondo che ha tutto e poi non ha niente. Un pianeta distratto e a tratti indifferente, che sa però apprezzare la sfida della coerenza e del coraggio di chi per i propri ideali paga di persona.
Per questa memoria Corinaldo non è più la stessa, per questa linfa di acqua purissima Pregiagna diviene Santuario sacro e inviolabile. Punto di incontro dove il divino è sceso a dialogare con l'uomo e percorrere insieme le stagioni della gioia e del dolore.
Tra gli uomini e la geografia della Bibbia, la cittadina marchigiana approda con la consapevolezza di chi riconosce ad una bambina questo ruolo e questo privilegio. |