100libripernettuno.it

 

MARIA GORETTI
Storia di un piccolo fiore di campo

di
GIOVANNI ALBERTI

La presente opera si può acqistare presso
il Santuario Madonna delle Grazie a Nettuno
Tel./fax 06 9854011
E-mail: lastelladelmare@libero.it
www.santuarionettuno.it

 

HOME - OPERE

INDICE -
01 - 02 - 03 - 04 - 05 - 06 - 07 - 08 - 09 - 10 - 11 - 12 - 13 - 14 - 15 - 16 - 17 - 18 - 19 - 20 - 21 - 22 - 23 - 24 - 25 - 26 - 27 - 28 - 29 - 30 - 31 - 32 - 33 - 34 - 35 - 36 - 37 - 38 - 39 - 40 - 41 - 42 - 43 - 44 - 45 - 46 - 47 - 48 - 49 - 50 - 51 - 52 - 53 - 54 - 55


10 - Assunta e Luigi Goretti


 


LUIGI GORETTI - a 21 anni


ASSUNTA GORETTI
negli ultimi tempi della sua vita


CORINALDO - La grande cucina
nella Casa Natale

Le loro strade si intrecciano in un gelido mattino d'inverno, dopo quattro mesi di fidanzamento.

Un matrimonio tra "povera gente ma timorata di Dio" come scriverà poi Temistocle Signori di Nettuno.

Luigi ha 25 anni, mani callose e occhi sinceri, Assunta è molto giovane, 19 anni appena sbocciati.

È il 25 febbraio 1886 e per l'occasione Assunta ci ha lasciato uno splendido reportage di un tipico matrimonio rurale della seconda metà del secolo XIX:
"Lo sposalizio fu dei più semplici al mondo. Celebrò D. Emanuele Marcucci. Io sono partita da S. Bartolo a piedi, Luigi da S. Vincenzo.
Eravamo io e lui e due donne che ci accompagnavano; una era Pasqualina Goretti, parente, la stessa che poi tenne a battesimo Mariettina.
Niente cerimonia solenne, niente fiori, niente discorso alla Messa. Il parroco ci ha sposati con semplicità. Non ha cantato nessuno, come accadeva per il matrimonio dei poveri.
Niente festa né balli, neanche a pensare il viaggio di nozze.
Ero vestita con un grande fazzolettone nero e il vestito mi costava 9 soldi. Era di color mezzo rosso. Mia madre adottiva era in ospedale e la sera prima ero andata a farle visita e chiedere la santa benedizione.
Mio padre adottivo, già molto anziano, si era avviato verso la casa dello sposo. Non potendo fare a piedi la strada non venne in chiesa.
Alla cerimonia c'erano solo quelle due donne. Il letto era con il paglione e con i trempoli e lì sono andata a dormire.
Prima di sposare dicevamo le preghiere e il rosario, dopo sposati facevamo lo stesso.
La polenta si faceva di farina di fava e di ghianda mischiata, si stendeva, si metteva una goccia d'olio. Il pane della stessa farina, in piccole pagnottelle, era durissimo.
Mio marito stava su un terreno di Toto Ciceroni, era quattro ettari" (6).

Un matrimonio sbocciato tra i campi, anonimo e dimenticato. Ma quest'avventura, che ora inizia a scrivere le prime righe, riserverà un finale inimmaginabile anche alla fantasia del più funambolico dei cantastorie.

Luigi è di Corinaldo, dove nasce il giorno di Natale dell'Anno del Signore 1859.

I suoi genitori sono Antonio e Teresa Mazzoli, originari di Ostravetere, contadini da sempre.

A 15 anni rimane orfano di madre che muore il 3 agosto 1874. Due anni dopo, 27 agosto 1876, suo padre si risposa con una vedova di nome Rotatori Domenica.

Ancora una morte ridisegna il suo futuro: l'8 dicembre 1883 muore suo padre Antonio e Luigi si offre come garzone in un podere vicino a quello dove abita Assunta.

Dai documenti che abbiamo emerge una figura tenace, concreta, dedita al lavoro, alla famiglia. La sua religiosità è senza devozionalismo e al momento opportuno sa prendere con coraggio le sue responsabilità.

È lui a decidere l'emigrazione verso Paliano e Le Ferriere, lasciando sempre un ottimo ricordo.

Malgrado il temperamento dei Serenelli riesce a convivere con realismo e saggezza.

Un appunto doveroso: la scelta di mettersi insieme con i Serenelli sia a Colle Gianturco sia a Cascina Antica andava presa con maggiore prudenza.

Sul letto di morte, quasi una profezia, invita la moglie a tornare a Corinaldo, alimentando dubbi ed inquietudini sulla decisione di divenire socio dei Serenelli.

Muore di malaria il 6 maggio 1900, scavando nella sua famiglia un vuoto incolmabile.

La sua tomba nel piccolo cimitero di Conca non è più ritrovata. Una lapide sul muro della cappella ricorda la sua presenza e la riconoscenza di un soldato americano per una grazia ricevuta.

In primavera vi fioriscono narcisi e viole, quasi a colorare una pagina di profonda malinconia.

Luigi ha una pregnante influenza sulla personalità di Marietta, sia dal punto di vista religioso che umano.

Di Luigi Goretti abbiamo una foto autentica: un ragazzo sui 20 anni, occhi profondi, baffetti curati, capelli neri e la divisa da militare.

Assunta Carlini lascia ai posteri una storia che nofi ci sembra irriguardoso definire una vera odissea.

Nasce il giorno di ferragosto dell'Anno del Signore 1866 ma, invece che da una culla, i primi vagiti li fa sentire dalla "ruota" della Casa degli Esposti di Senigallia, dove arrivano i figli di nessuno.

Le danno il numero 3.520 a dimostrazione di un fenomeno diffuso: 600 bambini abbandonati in un anno a Brescia e 3.000 a Milano.

Dopo ben 7 tentativi di affido, a 6 anni trova una vera famiglia adottiva nelle persone di Vincenzo Aguzzi (50 anni) ambulante e Maria Segoni (63 anni) sarta.

A Corinaldo li chiamano "Gattarelli" con un significato per niente gentile e il più delle volte è il Comune che pensa a dar loro da mangiare.

Un'infanzia di stenti e di lavoro: neanche a parlare di scuola e per il giorno della Prima Comunione il vestito bianco le viene prestato. Due particolari che si ripeteranno per la nostra Marietta.

Quella con Luigi si rivela una unione affiatata e serena, un nucleo familiare dai valori autentici e profondi.

Rimasta vedova a 34 anni, vive in prima persona la tragedia di Cascina Antica ma anche l'irripetibile giornata del 24 giugno 1950 in piazza S. Pietro.

Assunta è la prima discreta cronista della vita del piccolo fiore di campo e su precise sue informazioni viene dipinto il ritratto firmato dal Brovelli.

L'itinerario percorso dalla figlia matura anche Assunta, che la notte di Natale del 1934 perdona ufficialmente Alessandro Serenelli.

Muore a Corinaldo, dove era tornata da Conca, l'8 ottobre 1954 a 88 anni. "Marietta vieni a prendermi" sono le sue ultime parole. Prima di morire riceve una affettuosissima lettera di papa Pio XII.

Abbiamo molte fotografie di Assunta, da quelle degli anni di Conca a quelle dell'ultimo Corinaldo, da quella con il Papa a quella con Alessandro Serenelli.

Nel suo volto, una incredibile forza d'animo e gli stessi occhi che troviamo nel dipinto di Maria Goretti fatto dal Brovelli.

Varie e interessanti biografie raccontano la sua storia unica. Citiamo quella di Novarese "Mamma Assunta racconta" e quella di Nerone "Mamma Assunta".

Originale la biografia di Ciomei F. dal titolo ormai classico "Mamma Assunta": uno stile autobiografico frutto di attente e documentate ricerche storiche.

 

NOTE

(6) CIOMEI F. - Mamma Assunta - pag. 10-12.

 



OPERA APPARTENENTE AL FONDO BIBLIOGRAFICO
"100 LIBRI PER NETTUNO"
AUTORIZZAZIONE PER LA PUBBLICAZIONE
CONCESSA DA GIOVANNI ALBERTI

Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta e trasmessa in qualsiasi forma
o con qualsiasi mezzo elettronico, meccanico o altro senza l’autorizzazione scritta
dei proprietari dei diritti.