C'è un legame sottile ed intenso, ancorato nelle profondità stesse della vita intesa come libera manifestazione di valori e di speranze, di cui bisogna tener conto nella storia del nostro fiore di campo e della sua famiglia.
Senza di esso, la sua è una delle tante storie a sfondo deamicisiano, che appartengono al segreto ed al dolore di gente più o meno sconosciuta.
Questo legame è Dio, il valore fondamentale, la ragione che da un senso pieno alla vita ed alla morte della nostra Marietta. Qualsiasi tentativo di raccontare la vita di Maria Goretti escludendo questo valore è una manipolazione che non tiene conto della verità e della storia.
Dio rivela il suo amore ed il suo disegno precocemente nel cuore e nelle azioni di Marietta.
La via è quella tipica dei più piccoli di Jahwè: la fede vissuta nel quotidiano come realizzazione di un progetto. Un linguaggio ed una pedagogia sconosciuti ed incomprensibili ai più.
Il merito della creatura è la risposta senza condizione, la disponibilità a metterlo al primo posto, l'esistenza vissuta non come frustrazione ma come imitazione della Sua.
Sorprende come una bambina possa inserirsi in questo disegno da "adulta", calcando decisa la matita sul suo itinerario senza deviare dal tracciato dell'Onnipotente.
Ma è uno stupore ancorato alla sapienza umana, perché Dio ama edificare così il suo Regno tra gli uomini.
Abbiamo esaminato con cura questo aspetto della vita della Goretti e abbiamo incontrato una fede schietta, semplice.
Come i piccoli di Jahwè Marietta ha vissuto lodando Iddio senza ostentazione e senza devozionalismo.
L'episodio traumatico del suo morire e il perdono concesso al suo uccisore sono gli ultimi capitoli di una vita storicizzata nella dimensione della fede, della speranza e della carità.
È una fede, quella di Marietta, che si specchia nel quotidiano, nella concretezza della vita, nell'accettazione del dolore e della gioia, nel servizio verso gli altri, nell'abbandono alla Provvidenza, nell'amore alla Vergine e all'Eucarestia.
In sintesi, mettendo Dio nella propria storia, come forza trainante. Niente a che vedere con l'alienazione, tesi cara all'ideologia marxista.
Un esempio stimolante lo ha avuto dai genitori. Persone semplici ma portatori di valori autentici, come in seguito confermerà acutamente Alessandro Serenelli:
"Riguardo alla famiglia Goretti non fa meraviglia che la piccola Maria crescesse così buona, perché i suoi genitori ne facevano l'esempio".
La intensità della sua vita spirituale affiora anche dalle sfumature e dai particolari che di lei ci hanno lasciato i suoi contemporanei.
"Era desiderosa - racconta mamma Assunta - di imparare le cose della fede e più volte mi ha chiesto di parlare in proposito. Non ricordo sia mancata alla S. Messa e pur non sapendo leggere si era imparata a memoria l'Ave Maria, il Padre Nostro e le altre preghiere e soprattutto il S. Rosario che le era indispensabile come l'aria che respirava" (20).
Per la Vergine ha un affetto del tutto particolare. Il S. Rosario, recitato la sera al termine di una giornata di lavoro, è un momento particolarmente sentito dalla Marietta ed ogni volta che viene a Nettuno è d'obbligo la visita al Santuario della Madonna delle Grazie.
Spontanea la fiducia nella Provvidenza: dopo la morte del padre, vedendo la madre abbattuta, le sussurra dolcemente:
"Mamma non piangete, coraggio! Che paura avete? Ormai ci facciamo grandi, basta che il Signore ci dia la salute. La Provvidenza ci aiuterà, camperemo, camperemo" (21).
Un biglietto da visita che la dice lunga sulla sua crescita spirituale, che nulla ha da condividere con l'immagine riduttiva della "Santa dei cinque minuti".
Il giorno della sua prima Comunione segnerà una data decisiva nella sua storia:
"Mamma, sarò più buona" e tutti i presenti quel giorno nella chiesina di Conca hanno testimoniato il loro stupore nel vedere l'atteggiamento particolare della Marietta (22).
L'amore verso Dio matura l'apertura e la disponibilità verso gli altri, e nel suo caso verso le persone che fanno parte della sua vita.
Narra la mamma che i fratellini hanno con Manetta una tale confidenza che non dimostrano neppure con lei.
"Posso dire - testimonia Alessandro - che Marietta era docile, buona e rispettosa con tutti" (23).
I vicini di casa più volte ripetono a mamma Assunta:
"Che angelo di figlia avete" (24).
Di carattere timido, nei rapporti con gli estranei ha un atteggiamento educato e rispettoso. Non ama fermarsi troppo lungo la strada sia con le amichette sia con gli adulti, e prova fastidio nell'ascoltare volgarità e maleducazione (25).
Ancora un ultimo dato significativo: la spontaneità e la disinvoltura con cui vive la dimensione di Dio nella sua esistenza.
Mamma Assunta:
"Che fosse buona lo sapevo, che divenisse Santa non lo pensavo. È vero che feci di tutto per darle un'educazione cristiana ma non avrei mai creduto che fosse così eroica da dare la sua vita".
NOTE
(20)PROC. INF. f. 91-99-157-164-165.
(21) PROC. INF. f. 96.
(22) PROC. INF. f. 62-98. Proc. ap. pag. 542.
(23) PROC. AP. f. 238.
(24) PROC. AP. f. 93.
(25) PROC. IMF. f. 92-93 Proc. ap. pag. 177 |