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IL PALAZZO MUNICIPALE

LO STEMMA E IL GONFALONE
DI NETTUNO

a cura di
BENEDETTO LA PADULA

 

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INTRODUZIONE
di Benedetto La Padula


Il Palazzo Municipale di Nettuno, al numero civico 37 di viale Giacomo Matteotti, ha un secolo di vita: anno più, anno meno, e ora vedremo il perché dì questa incertezza.
La nostra storia ci racconterà le vicende attraverso le quali il consiglio comunale di Nettuno decide di trasferire la sede del Municipio dai locali poco confortevoli del Palazzo Borghese di piazza Marcantonio Colonna al nuovo edificio dove ancora oggi esso si trova. Abbiamo contrassegnato le tappe più importanti di una decisione sofferta, faticosa, ma anche attenta, ponderata e lungimirante. Abbiamo voluto riportare fedelmente ampi stralci dei verbali delle sedute consiliari, trascrivendo le stesse parole degli amministratori dell'epoca, la punteggiatura, le forme grammaticali, le espressioni rituali, anche se oramai in disuso, per restituire ai lettori di oggi le emozioni, le tensioni, le preoccupazioni di quegli uomini, chiamati a fare scelte determinanti per il futuro, mentre quello che è poco più di un paese si avvia a diventare una delle più belle città del litorale romano. E' una ricerca storica, su fatti e avvenimenti, ma è anche una fotografia sul linguaggio, sulle parole che si usavano vent' anni fa.
Ne viene fuori un racconto affascinante, un viaggio nella storia e nella vita quotidiana, che dura vent'anni, dal 1895 al 1915, tra dibattiti e adempimenti burocratici, vicende giudiziarie e ritardi tecnici, scorci di memoria su luoghi e personaggi di un paese, mentre l'Italia passa burrascosamente dal XIX al XX secolo.

1895-1915: l'Italia dalla pace alla guerra

Siamo in piena epoca positivista: la rivoluzione industriale è scoppiata in Inghilterra da cinquant'anni, da trentacinque l'Italia è unita, la società si trasforma rapidamente e radicalmente sotto la spinta di nuove scoperte scientifiche e tecnologiche.
Ma fatica a trovare un proprio assetto politico. Dopo l'impresa chiusa il 25 ottobre 1860 sul Volturno, tra Giuseppe Garibaldi, che saluta Vittorio Emanuele "primo re d'Italia", dal 27 gennaio 1861 a giugno del 1895, si sono tenute undici elezioni politiche. Il re morto il 9 gennaio 1878 e gli è succeduto il figlio Umberto I. Nello stesso anno è morto anche papa Pio IX e gli è succeduto Leone XIII. Capo del Governo Francesco Crispi. Nel 1894 il ministro del Tesoro Giorgio Sidney Sonnino si adopera per la costituzione della Banca Commerciale Italiana, con soldi tedeschi. Rientrano così in Italia ingenti capitali, che erano sta portati all'estero dopo la crisi della Banca Romana. Roma, nuova capitale d'Italia, conosce un'espansione edilizia straordinaria, che si estende in tutto l'Agro romano.
Nei vent'anni che vanno dal 1895 al 1915 nel nostro Paese accadono molti fatti importanti, che saranno destinati a cambiare un'epoca.
La politica coloniale di Umberto I e del primo ministro Crispi in Eritrea subisce duri colpi ad Amba Alagi (1895) e Adua (1897), il generale Fiorenzo Bava-Beccaris spara sugli operai in rivolta a Milano (1898), nasce la Fiat di Giovanni Agnelli (1899 l'anarchico Gaetano Bresci uccide il re a Monza (1900 Guglielmo Marconi collega Terranova e la Cornovaglia con un messaggio in alfabeto Morse (1901), Giuseppe Bezzera inventa la macchina elettrica per il caffè espresso (1902), i cattolici partecipano massicciamente alle elezioni del 1904 con il consenso del Papa Pio X, salito al soglio pontificio dopo la morte di Leone XIII nel 1903, lo scienziato Alessandro Artom inventa il radiogoniometro (1907 nel 1908 a Ivrea nasce la Olivetti e a Roma si riunisce il primo congresso nazionale delle donne, PC coordinare le lotte sul diritto di voto. A dicembre il terremoto fa 150.000 morti a Messina e Reggio Calabria. I governi che sì succedono dal 1903 al 1913 sono dominati dalla figura di Giovanni Giolitti, che rafforza il sistema industriale, economico e sociale, concede diritto di voto a tutti gli uomini, ottiene per le classi lavoratrici nuovi diritti sindacali e politici nel campo delle pensioni e degli infortuni, del riposo festivo e del lavoro femminile e minorile.
Ma questi sono anche gli anni che preludono alla Prima Guerra Mondiale. Nel marzo del 1914 Giolitti lascia la guida del Governo ad Antonio Salandra. Il 28 giugno lo studente serbo Gavrilo Princip uccide a Sarajevo l'arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono austriaco. In pochi mesi l'Europa diventa un groviglio di schieramenti contrapposti: la Triplice Intesa di Austria, Ungheria e Germania, cui aderirà anche l'Italia; la Germania contro Russia e Francia; l'Inghilterra contro la Germania e l'Austria; la Russia contro la Turchia; la Turchia contro Francia e Inghilterra. Il 24 maggio 1915 l'Italia entra in guerra a fianco della Triplice Intesa, il 21 agosto dichiara guerra alla Turchia e l'anno successivo dichiara guerra alla Germania.

Nettuno tra fine '800 e primi anni del '900

Dopo l'unità d'Italia, Roma ha un eccezionale sviluppo urbanistico, edilizio ed economico, che spinge le famiglie più facoltose a cercarsi un posto di villeggiatura verso il litorale.
"A partire dalla prima metà degli anni ottanta - scrive Stefano Palermo- anche in virtù della difficile congiuntura dei prezzi e delle rendite agrarie, e soprattutto per la speranza di ottenere facili e rapidi guadagni con la speculazione edilizia, il livello di interessamento della nobiltà verso altre forme di investimenti che non fossero le tradizionali proprietà terriere o i titoli del debito pubblico, aumentò considerevolmente... I possidenti, nobili o borghesi che fossero, giocarono quindi un ruolo di primo piano nella storia dello sviluppo urbanistico romano" Nei vent'anni che vanno dal 1881 al 1911, la popolazione nettunese passa da 2.515 a 6.686 residenti. Nettuno è tra le località climatiche e balneari predilette dalla borghesia romana.

Nel 1882 il Comune pubblica il libro del medico condotto-ufficiale sanitario dottor Giulio Petraglia "Qual è il clima di Nettuno" proprio per promuovere le virtù benefiche di un soggiorno marino in questo luogo.

Nel 1884 il treno arriva da Roma fino al centro del paese, percorrendo gli ultimi chilometri tra la tenuta Borghese, da una parte, e il mare, dall'altra. L'anno successivo è un altro medico condotto e ufficiale sanitario, il dottor Norberto Perotti, successore di Petraglia, a pubblicare un suo volumetto: "Può diventare Nettuno una stazione climatica invernale ?". seguito nel 1888 da una "Guida igienica ai bagni di mare" e nel 1889, dallo studio scientifico "Nettuno e il suo clima"', sulle proprietà terapeutiche del nostro mare e dell'aria.

Il 1° marzo 1900 arriva nelle strade del centro cittadino la corrente elettrica, che solo negli anni successivi andrà estendendosi anche alle periferie.

Il 17 luglio 1901 il ministro dell'Interno Giovanni Giolitti concede al comune di Nettuno l'uso della bandiera: un telo quadrato di seta celeste e verdemare di 2 metri e dieci centimetri di lato, con l'asta blu. sormontata dal dio Nettuno.

Il 6 luglio 1902 si spegne nell'Ospedale Fatebenefratelli la piccola Maria Goretti, colpita a morte il giorno prima da Alessandro Serenelli, nella masseria di Conca. Ha 11 anni, 9 mesi e 21 giorni. Papa Pio XII la proclamerà beata il 27 aprile 1947 e santa il 24 giugno 1950, in Piazza San Pietro, alla presenza del presidente della Repubblica Luigi Einaudi e del primo ministro Alcide De Gasperi.

Gabriele D'Annunzio è assiduo frequentatore delle spiagge e dei boschi di Nettuno. In una lettera del 5 luglio 1903 al suo editore e amico Giuseppe Treves di Milano, così scrive:
"Partirò domani per Nettuno (Villa Borghese).. .tra i lecci della vecchia villa...Io anelo alla pace e al lavoro....
Proprio in quelle stanze, all'ultimo piano della villa di Bell'aspetto, nell'estate di quest'anno, il poeta abruzzese compone la tragedia "La figlia di Iorio"'.

E Luigi Pirandello ambienta a Nettuno la novella "Va bene"', scrivendo:
"Così, Cosmo Antonio Corvara Amidei domandò un mese di licenza, e il dì 5 di marzo del 1904 si recò a Nettuno per appigionarvi un quartierino alla vista del mare."

La ricostruzione del Santuario a San Rocco, sull'antica chiesetta dell'Annunziata e il nuovo Municipio fuori dalle mura, ai margini di una zona ancora paludosa, indicano che le scelte per il futuro sviluppo urbanistico della città vanno verso levante.

Per ora la sede del Municipio è ancora nel Borgo, nel palazzo baronale, di fronte alla Collegiata di San Giovanni. L'arciprete e parroco di Nettuno in questi anni, dal 1882 al 1919, anno della sua morte, è don Temistocle Signori, che ci ha lasciato un "Ristretto delle Memorie storiche di nostra Signora delle Grazie, protettrice principale di Nettuno.

Nel 1910 entra in funzione una linea di tram elettrici, che collega Anzio e Nettuno, e la costa si popola di villini eleganti, con vista sul mare e le pinete alle spalle. Nel 1914 i nettunesi inaugurano il nuovo Santuario di Nostra Signora delle Grazie, riedificato dai Padri Passionisti. L'anno successivo, nella Scuola centrale di tiro di artiglieria, il Poligono dell'Esercito, viene istituita la Sezione Esperienze, per il controllo e il collaudo dì armi e munizioni.

Cuore della cittadina è ancora il borgo, intessuto di palazzi signorili e di case semplici, intreccio di vicoli e piazzette, tutto intorno alla Chiesa Collegiata, dedicata ai Santi Giovanni Battista ed Evangelista. A un lato della Collegiata c'è l'Oratorio del Carmine, all'altro la chiesa del S.S. Sacramento, di fronte il palazzo baronale già Colonna, ora proprietà Borghese. Da una parte del borgo il bel palazzo dei Segneri, dall' altra parte il maestoso palazzo Doria-Pamphilj, anch'esso di proprietà Borghese, con gli affreschi di Pier Francesco Mola. Sulla collina tra Anzio e Nettuno, nella villa costruita nel 1648 dal cardinale Costaguti, si avviano a chiudere il ciclo storico plurisecolare della famiglia Borghese, il principe Paolo, la moglie Elena Appony e il figlio Rodolfo.

Sono gli anni di personaggi come il maestro di musica Angelo Castellani (1863-1949), dello storico e pittore Giuseppe Brovelli Soffredini (1863-1936), del matematico e fisico Luigi Trafelli (1881-1942), del medico chirurgo Guido Egidi (1883-1949), del pittore Salvatore Valeri (1856-1946), insegnante di materie artistiche e fondatore della Scuola di Belle Arti a Costantinopoli.

Nel 1915 scoppia la prima guerra mondiale e anche Nettuno paga il suo contributo di vite umane con la
perdita di venticinque soldati e del capitano Umberto Donati.

La notizia della costruzione di un nuovo Palazzo Municipale a Nettuno viene data dalla "Domenica del Corriere" della settimana 17-24 marzo 1912.

Oggi il collezionista Alberto Sulpizi si accorge che su una cartolina timbrata all'epoca, il palazzo appare già finito in ogni sua parte già il 9 settembre 1910.

I documenti, invece, attestano che gli uffici vi si trasferiscono solo nel 1915. Ci sono cinque anni di cui sappiamo poco e la curiosità ci ha spinti a indagare. Quello che è successo in questi anni, dal 1895 al 1915, ci ha permesso di scoprirlo, attraverso la lettura di centinaia di pagine di verbali, un gruppo di volontari di terza età, i quali hanno sfogliato, spulciato e trascritto per noi quei documenti, con una pazienza infinita e una passione da veri professionisti.
Sento di doverli ringraziare dal profondo del cuore per l'esempio che stanno offrendo ai più giovani, a quanti vorranno, con loro e dopo di loro, intraprendere e approfondire le ricerche su questa città, i suoi personaggi, i monumenti e la sua storia, che ogni giorno si arricchisce di nuove scoperte.
Ma Aurelio, Ilda, Lorenzo, Peppino, Pietro, Silvana, Grazia testimoniano anche che la vita da pensionati può essere vissuta con entusiasmo e vigore rinnovati, se solamente si ha il coraggio di rinnovare stimoli e interessi. Loro questo coraggio lo hanno avuto. Si sono raggruppati, uno, due per volta, volontariamente e hanno voluto battezzarsi "Il Tridente".

Sono questi i veri autori del nostro libro.

Benedetto La Padula





OPERA APPARTENENTE AL FONDO BIBLIOGRAFICO
"100 LIBRI PER NETTUNO" Edizioni del Gonfalone 2003
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