Acquerello del disegnatore Yildirim Orer
ispirato ad una tempera conservata nell'Abbazia di Grottaferrata
i cui monaci sono i primi feudatari del castello di Nettuno (anno 1100) |
Secondo studi storici attendibili, la città di Antium, capitale dei Volsci, dispone di un porto sito alla foce naturale del fiume Loricina detto "Caeno" (Cenone, cioè fangoso, a definire la natura del luogo) nei cui pressi sorge un tempio dedicato al dio del mare, posto sullo scoglio più alto della costa a picco sulle onde, mentre l'acropoli domina da un'altura dell'immediato retroterra. Dopo lunghe e dure lotte, i Volsci vengono sconfitti dai Romani (338 a.C.) ed Antium ne diviene colonia tanto fiorente che, in età imperiale, si estende senza soluzione di continuità, da Tor Caldara a Torre Astura, in pratica sull'attuale territorio delle due cittadine di Anzio e Nettuno.
Ancor'oggi sussistono, testimoni di quell'aureo periodo, le vestigia di due porti (quello di Nerone ad Anzio e quello di Astura) con i resti di edifìci e di sontuose ville lungo il litorale.
La caduta dell'Impero Romano con le invasioni barbariche porta alla scomparsa della ricca città imperiale e intorno al tempio del dio Nettuno i pochi superstiti si fortificano dando origine all'omonima cittadella. Nel Medioevo, i primi feudatari di Nettuno sono i Conti di Tuscolo e i Monaci di Grottaferrata, poi l'Abate Leone del Monastero di S. Alessio lascia il possedimento ai Frangipane, ed è di questo periodo la nascita di Torre Astura, mirabile esempio di fortificazione militare: il primo documento nel quale viene menzionata risale al 14 aprile 1193. La Torre sorge sui resti della peschiera di una villa romana laddove inizia uno dei due bracci del porto romano, all'epoca ancora efficiente:suo scopo l'avvistamento e la difesa dalle incursioni saracene. Nel 1268, il giovane Corradino di Svevia, appena sedicenne, scende dalla Germania per rivendicare il Regno di Napoli da Carlo D'Angiò. Sconfitto a Tagliacozzo si rifugia a Torre Astura ospite della famiglia dei Frangipane che, secondo una fosca leggenda, smentita dalla storia, lo tradisce, catturandolo nel sonno, consegnato al nemico viene decapitato in piazza del Cannine nella città partenopea.
Nettuno passa in mano ai feudatari avvicendatisi ad ogni successione di papi: Colonna, Orsini, Borgia, Carafa, e di nuovo i Colonna che la tengono fino al 1594, quando la cedono alla Camera Apostolica. Il feudo è molto ambito per la abbondanza dei prodotti che la fertile campagna offre. |