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Livio Jannattoni, pubblicista e scrittore di cose romane, nel suo "Lazio rustico e sconosciuto" così racconta di un pranzo a Nettuno, durante una gita negli anni '70: "Un paesaggio urbano vigilato da scale, bifore, balconi, e d'improvviso ci si para davanti un'abbondanza di tavoli apparecchiati. Da Romolo.
E ci ritroviamo a colloquio con abbondanti gazzose e "tubi" di bianco locale. Poi anche i piatti cominciano a fluire, compiute espressioni di desideri realizzati.
- Antipasto
- Risotto alla pescatora
- Spaghetti alle vongole
- Fritto misto
- Palatine saltate
- Insalata
- Frutta
- Gelato
E mi sono rammentato che venivo già qui con mio padre, prima della guerra. Venivamo da Cicco Bellino, tuttora proprietario delle mura, come attestano gli attuali gestori, i De Franceschi, nettunesi stirpe di osti..."
Un fantasioso acquerello di via del Quartiere, visto da Y. Òrer.
Molte sono le trattorie che nel corso del '900 sì sono avvicendate a Nettuno; ricordarle tutte è una impresa, proviamo a stilare un elenco sicuramente incompleto: la trattoria "'Giardino" di Archimede Leutti, il "Tripolino" di Carmelo Nocca ed il "Castello" del fratello Francesco, la "Campana" dì Ferdinando Baldazzi, il "Buon gusto" al Belvedere di Peppino Faraone, l'osteria di Artibani in via D. De la Penne, rilevata da Vittorio Marcobelli, dove sono i "Cacciatori" di R. Faraone.*
Nella foto, fine anni '30, il "Padiglione" proprietà Faraone, con (a sinistra) Benedetto Faraone, (al centro) Cincinnato Colarossi e infine (a destra) il giovane Renato. Fotocartolina privata, (g.c. Giuseppe Faraone).
(Augusto Rondoni, Op. cit. 110)
Il"Padiglione" in una fotocartolina privata, anni '40. Era situato in via Romana, all'interno dell'attuale galleria "Lumaca". Pronti per dare il via al banchetto: Benedetto Faraone, Flavia Graziosi, Cincinnato Colarossi, Anna Casaldi ed il Sig. Renato (da sinistra a destra).
Primo piano sul ristorante " I Cacciatori", negli anni '50. (g.c. Giuseppe Faraone).
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