Sostiene nel suo "Gerarchla Cardinalizia" Carlo Bartolomeo Piazza, che Nettuno non sarebbe solamente il Dio del mare, ma anche di tutti i fiumi e laghi, come simboleggiato dal tridente che impugna: a lui sono eretti molti templi nei quali si fanno frequentemente sacrifici per mitigarne i furori.
Infatti dice: "qui dunque su la riva del Mare Tirreno in un promontorio giace questo popolato e civile castello chiamato Nettuno, da un tempio ivi dedicato a questa Deità, in cui si facevano dai viandanti frequenti sacrifici di bovi..." per impedire che il rumoreggiare dell'onde agitate dall'impeto dei venti, provocasse rovine e naufragi.
La fontana, donata dallo stato italiano alla città di Nettuno in occasione dell'inaugurazione detta ferrovia (1884) è opera dello scultore Ottavio De Angelis. Sistemata dapprima in piazza dei Pozzi di Grano è poi trasferita dal sindaco Angelo Cambi in piazza G. Torretta (Piazza del Mercato) di fronte la propria villa, dove ora vi è "Di cotto e di crudo " il negozio di alimentari.
La statua è arricchita di una vasca abbeveratoio a conforto di cavalli, asini e lavandaie. L'insegna pubblicitaria sulla sinistra recita: Trattoria al Dio Nettuno - ottima cucina - vini scelti. Nettuno, Fontana del Nettuno, Ed. G. Caracuzzo, Albana, V.02.09.1910.
Nettuno; Fontana del Dio del mare. N. 1920 ca.- Ditta C. Pino.
Cartoleria e Profumerìa - Nettuno.
Un gruppo di bambini di umili condizioni posa per il fotografo.
Nettuno: Fontana del Nettuno in Piazza Mazzini. V.15.07,1952, Edizione G. Tersigni Nettuno.
Con il sindaco Mario De Franceschi la fontana torna nella piazza dì orìgine e viene arricchita della attuale cornice. Vengono ingaggiati bravi artisti ed artigiani: Vittorio Leonetti, Randolfo e Bruno Belleudi, Annibale Nocca che con l'aiuto di Riziero Paccariè e Gigetto Bagialemani nonché dello stuccatore Marcello Fiorilli costruiscono la conchiglia ed i cavalli, così belli che Albano Laziale tenta, ma invano, di usurparne la paternità.