Tra le "battaglie" condotte da questo giornale ce n'è una che ha portato sull'ipotetico banco degli imputati i sindaci, gli assessori al commercio e alla cultura di tutto l'arco "costituzionale" di Anzio. Motivo? Il mercato nella zona archeologica della Villa di Nerone. In ogni parte del mondo un sito di tale importanza sarebbe valorizzato e qui? Ci si mettono le bancarelle il mercoledì. Era una soluzione provvisoria già quando uscì questo giornale, c'era un'ipotesi di spostamento deliberata ma mai eseguita qualche mese dopo la nascita de "il Granchio" si è arrivati fino al 2000 prima di vedere finalmente il mercato in un'altra zona, complici anche i lavori in via Fanciulla d'Anzio. Ogni assessore o sindaco prometteva, si paventavano soluzioni alternative ma puntualmente il mercato restava nella zona archeologica e ogni mercoledì la villa si riempiva di cartoni, buste di plastica, immondizia di vario genere. C'è stato di più: l'intervento per i restauri della villa è stato finanziato con i fondi del giubileo e all'apertura del cantiere venne l'allora ministro dei beni culturali Walter Veltroni. Il nostro editoriale lo informava che lì ogni settimana c'era il mercato ma ovviamente nessuno si preoccupò di spostarlo dopo aver criticato la nostra presa di posizione. Nuova giunta e lavori al parco finiti, inaugurazione fissata proprio di... mercoledì e spostata in tutta fretta. Dopo l'apertura del parco archeologico pubblicammo una copertina emblematica con le bancarelle di fronte all'ingresso del parco archeologico e titolammo: "Ruderi e ninnoli" invitando tra l'altro i cittadini di Anzio a non andare alla villa fino a quando il mercato non sarebbe stato spostato. Forse qualcuno avrà ascoltato il nostro appello, di sicuro il mercoledì era impossibile visitare la villa imperiale, è vero pure che appena mandato il mercato ad Anzio 2 abbiamo scritto:"E adesso tutti al parco" Una battaglia quasi vinta. |