Sergio Moscatelli ci aveva detto di non preoccuparci. Lui aveva uno di quei computer che dieci anni fa sembravano un'astronave e soprattutto lo scanner: "Basta che i testi sono scritti a macchina puliti, questo li legge e li mettiamo in pagina..." Avevamo stilato una tabella di marcia rigidissima: consegna entro il martedì, per notizie clamorose il mercoledì con relativa chiusura. La tipografia avrebbe lavorato il giovedì per poter uscire il sabato. I testi non si leggevano, erano pochi quelli che lo scanner "traduceva"e così già dal martedì cominciò il calvario. Bisognava riscrivere tutto, in computer con il "mitico" word stare poi inserire il materiale in quei giganti floppy disk da 1,2 mega che non si vedono più da un pezzo.
Sergio avrebbe a sua volta immesso nel suo computer Macintosh,"pulito"e finalmente impaginato.Tempi saltati, una lunga notte di lavoro il mercoledì prima dell'esordio, con chi dettava e chi scriveva, al punto che non andammo il giovedì in tipografia. Arrivammo il giorno successivo, facendo slittare ovviamente la prima uscita alla domenica. Avevamo fatto una grande pubblicità tra i nostri familiari e amici sull'uscita del giornale, c'era molta attesa su questo primo numero e quando proprio un amico andò a chiedere il Granchio all'edicola in piazza ad Anzio il sabato mattina gli venne risposto:"Vai da Peppinello". La pescheria poco distante... |