Me lo avessero detto dieci anni fa non ci avrei creduto. Sì, ero convinto che ci fosse lo spazio per un settimanale realizzato pensando alle notizie locali e dando spazio a chi normalmente non lo avrebbe mai avuto. Ero sicuro che la strada di essere editori di se stessi era l'unica da percorrere, ma non avrei immaginato che sarebbe durata. Esperienze e caratteri diversi, i conti della gestione che prima o poi avremmo dovuto inevitabilmente far quadrare... Il rischio che questa esperienza finisse c'era, credo lo avvertissimo un po' tutti. Alla vigilia, però, e forse nel primo periodo di entusiasmo e incoscienza per far uscire il giornale senza preoccuparsi troppo delle spese. L'entusiasmo appunto, quello che ha portato me come altri a tentare questa avventura, ad avere la possibilità di scrivere in un giornale anche "mio" Uno dei primi incontri con un grande giornalista,Giampaolo Pansa,ai quali ho partecipato, era proprio sugli editori "puri"che in Italia non esistono.
E' vero per i grandi giornali, noi e pochi altri rappresentiamo una piacevole eccezione. Ho, abbiamo capito, che l'entusiasmo non bastava e siamo cresciuti tutti. Le nostre esperienze in giornali diversi, la formazione culturale che abbiamo avuto, il diventare imprenditori per necessità, impostare ogni settimana il giornale e"scontrarci"sulla prima o sul taglio di una notizia... Così è nato ed è cresciuto "il Granchio" Con una sorta di magia che io avverto oggi come allora, era la primavera del '91, quando ci domandavamo se era meglio fare un settimanale o un quindicinale, ci ritrovavamo a casa di Claudio o di Giovanna con le prime foliazioni, ne parlavamo con Elvira o sugli spalti dei campi con Nino e Ivo. E' quella magia che ha consentito a questa esperienza di crescere e non fallire. Usavamo la metafora di "salire sul treno" lo abbiamo fatto e siamo in viaggio. Ho provato spesso a scendere, a trovare una stazione, ma non ce l'ho fatta e non ce la farei. Grazie per quello che abbiamo fatto. |