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IL GRANCHIO
10 ANNI DI STORIA

Riflessioni, ricordi, dietro le quinte
solidarietà e divertimento

11 gennaio 1992 - 11 gennaio 2002

di
IVO IANNOZZI

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01 - FORMIDABILI QUESTI ANNI


E' una storia bella quella che raccontiamo in queste pagine. Una storia della quale andiamo orgogliosi. "Il Granchio" la nostra creatura, il giornale per il quale scriviamo o raccogliamo pubblicità, dove impaginiamo o inseriamo i volantini e nel quale al tempo stesso siamo editori compie dieci anni. E' un traguardo importante, forse inatteso quando - tra entusiasmo e incoscienza - cominciammo questo percorso. Dieci anni dopo vi raccontiamo qualche aneddoto, dei "dietro le quinte"particolari, ricostruiamo in questa edizione straordinaria i fatti più salienti ma riflettiamo anche su cos'è stato, cos'è oggi e cosa può rappresentare il settimanale di Anzio e Nettuno.
Siamo partiti con tanto entusiasmo, idee chiare per fare il giornale ma poca esperienza per gestire quella che sarebbe diventata un'impresa economicamente rilevante. Eravamo titubanti all'inizio, cercavamo un "editore", qualcuno che potesse rischiare e scommettere sul nostro gruppo. L'incontro con Roberto Giorno ci fece cambiare idea, fu lui a convincerci che si poteva fare qualcosa di "nostro"a partire con l'idea della cooperativa, a persuadere tutti noi che la sfida si poteva vincere. Senza il suo apporto non saremmo mai partiti anche se poi le nostre strade si sono divise. Per lui avremo sempre gratitudine ma da un certo punto di vista è stato un bene, siamo entrati direttamente nei fatti amministrativi, abbiamo capito come si doveva anche gestire prima ancora di impaginare il giornale, far stampare un certo numero di copie e via discorrendo. E' stata una fase delicata, non c'è dubbio, nella quale c'è stato di grande aiuto Eugenio Mingiacchi che ancora oggi coinvolgiamo in ogni iniziativa. I suoi consigli, il fatto di credere in noi, l'aiuto come amico prima che come sponsor è stato fondamentale per trasformare un gruppo di giornalisti che volevano fare i profeti in patria in editori e imprenditori di se stessi.
La svolta da questo punto di vista è arrivata con Walter Bitondi presidente, il primo capace di andare a Roma e sbloccare tutte le questioni burocratiche con la Presidenza del Consiglio, il registro nazionale della stampa, le certificazioni di bilancio e quant'altro. "Il Granchio"è oggi un punto di riferimento per migliaia di lettori, l'idea di dare spazio a chi non ne avrebbe mai avuto, di privilegiare la cronaca piuttosto che le beghe politiche, è stata vincente. Grazie a questo settimanale si sono creati personaggi, scoperti piccoli scandali, fatte battaglie, si è scesi in piazza, ci si è abituati alla prima pagina. Un punto di riferimento che cerca di avere sempre presente il proverbio inglese per il quale "gli errori dei medici finiscono al cimitero, quelli dei giudici in carcere e quelli dei giornalisti in prima pagina".
Chi ha fondato il giornale e scriveva da più tempo in altre testate ha cercato dimettere a disposizione la sua esperienza, ha fatto si che si potesse realizzare un prodotto unico. Ogni settimana si impagina tenendo presente quali sono le notizie e avendo in mente anzitutto i lettori. Molte volte ipolitici ci hanno chiesto di essere intervistati, abbiamo risposto sempre che lo avremmo fatto quando c'era qualcosa da chiedergli. Tante altre ci è stato chiesto se "serviva una mano"e se c'era la possibilità di comprare delle quote. No grazie, abbiamo risposto. Ancora quale fosse la nostra "linea politica". E anche in questo caso abbiamo rotto gli schemi.
La nostra linea è e resterà semplicemente quella che ci fa mandare in edicola un prodotto interessante e che piace a chi lo compra. Senza i lettori, del resto, "il Granchio" non esisterebbe. Non saremmo qui senza la legittimazione di chi ci acquista in edicola. Perché il successo lo decretano i lettori, altrimenti si può tranquillamente scrivere sui muri anziché su un giornale. Sono stati loro, nel momento economicamente più difficile per "Il Granchio"a sostenerci anche con delle sottoscrizioni. E siamo, vogliamo essere un giornale vero nel momento in cui l'informazione locale ha tanta importanza ed è sempre più difficile.
Non siamo gli inviati che vengono qui, serviti e riveriti, scrivono se c'è un fatto di rilievo e si rivedono chissà quando. Siamo sul territorio tutti i giorni e cerchiamo notizie. Alcuni si sentono autorizzati a mandarci "a quel paese"a definirci un giornaletto o a mettere in giro le stupidaggini più clamorose. Noi però facciamo i giornalisti seriamente, altrimenti dopo dieci anni non saremmo qui. Questo settimanale ha una "guida"per i collaboratori, una deontologia da seguire, ha dato la possibilità a ragazzi che volevano entrare nell'affascinante e difficile mondo della comunicazione di apprendere i primi rudimenti e di fare anche altre esperienze importanti. Non solo: "il Granchio" ha creato dei posti di lavoro che diversamente non ci sarebbero stati. Sono risultati che ci rendono fieri, perché quello che per i fondatori era e resta un hobby molto impegnativo si è trasformato per altri in una solida realtà. Se qualche volta abbiamo sbagliato chiediamo scusa, chi ci segue senza pregiudizi sa che lo abbiamo fatto sempre in buona fede. Infine grazie: ai lettori, a tutti quelli che hanno scelto il nostro settimanale per la loro pubblicità, agli edicolanti, ai familiari che ci hanno sopportato, a tutti coloro che hanno collaborato con "il Granchio"a vario titolo e hanno reso formidabili questi anni.





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