Quando la mamma, la sera, cominciava il suo « c’era una volta…», creava un meraviglioso cortocircuito che mandava in tilt la razionalità e ci accompagnava dolcemente verso i sogni.
Ma ormai le favole si raccontano meno e diventiamo subito troppo adulti per confessare il bisogno di fantasticare con la dolce voce della madre.
La frenesia di questo mondo moderno, la tecnologia esasperata, ci hanno fatto perdere qualcosa di noi stessi. A volte capita di ritrovare in noi benefiche sensazioni dimenticate proprio nel buio di una sala cinematografica. E’ all’esplorazione di questo territorio di emozioni e desideri suscitati dai films che da alcuni anni si dedica la «cinematerapia».
La cinematerapia si sviluppa come percorso di autoconoscenza, di consapevolezza e di trasformazione interiore. Essa è principalmente un’efficace metodologia di crescita personale, di risveglio interiore con cui prenderci cura del nostro animo. E’ una sorta di finestra aperta dove possiamo intervenire a livello di fondamentali valori esistenziali: amore, verità, bellezza.
Il cinema può essere usato come Freud usava i sogni, come uno strumento interpretativo, per entrare dentro l’inconscio delle persone non certo per curare quanto per trasformare la nostra esistenza alla ricerca di un benessere spirituale e di un miglioramento delle relazioni interpersonali.
Il cinema svolge, oggi più che mai, la funzione che un tempo era di pertinenza delle fiabe, dei sogni, dei miti e delle leggende. La cinematerapia può avere anche un valore scientifico: permette di ridurre l’ansia, incrementa la serenità, attenua la paura di affrontare la vita e soprattutto aumenta la conoscenza profonda delle proprie emozioni.
La cinematerapia fa parte dell’ampia famiglia delle Artiterapie che annovera l’utilizzo del teatro, della musica, della pittura e tanto altro, ma non per questo si devono attribuire al cinema irreali proprietà terapeutiche.
Il cinema nasce principalmente come luogo d’intrattenimento e di socializzazione pur riconoscendo che molti films, come d’altra parte anche canzoni, quadri, opere, modificano l’umore e influenzano i sentimenti di una persona. La cinematerapia si fonda sullo strumento cinema-pellicola ma così come non è il pennello a dipingere (ma il pittore) o il bisturi ad operare (ma il chirurgo) non è una pellicola che può realizzare quell’originale percorso interiore di autoconoscenza che potrebbe identificarsi con una psicoterapia da applicare nella cura di patologie. Così per Freud il sogno, di per sé, non ha una funzione terapeutica, ma solo utilizzando il materiale prodotto dall’analisi dei sogni si può avviare un processo psicoanalitico con risultati curativi. Dobbiamo perciò distinguere chiaramente la funzione del cinema che ha principalmente uno scopo ed un effetto ludico, od al massimo riflessivo, da quella della cinematerapia che ha una funzione di sostegno per tutte le persone che intendono realizzare un percorso evolutivo ed introspettivo. La cinematerapia, in epoca recente, è da considerare come metodologia di crescita personale che attraverso l’immaginario filmico sviluppa nuove energie e potenzialità favorevoli per il benessere della persona. L’uso delle Artiterapie, non sempre accettato dalla scienza medica tradizionale, tende negli ultimi anni a modificarsi dopo l’analisi dei comportamenti di tanti soggetti sottoposti a rigorosi controlli dei risultati ottenuti. Importante rimane la buona preparazione di operatori professionali abilitati ad utilizzare metodiche di arti terapeutiche.
Sebbene i risultati siano ancora da valutare con attenzione e siano peraltro su campione ridotto, si sono rilevati tuttavia taluni benefici come:
- aumentata percezione dei pensieri positivi
- riduzione delle fantasie spiacevoli e pessimiste
- aumentata conoscenza delle proprie emozioni
- aumentata capacità di entrare in contatto con altri.
Concludiamo auspicando nell’ambito della Regione Lazio, della Provincia di Roma ma soprattutto in una città come Nettuno, dove nel tempo sono scomparse del tutto le sale cinematografiche, uno sforzo importante come quello di incoraggiare l’innovazione culturale, promuovere nuove idee ed espressioni in tutti i campi artistici, culturali e con un pensiero di un grande maestro del nostro cinema, Francesco Rosi che, alla domanda cos’è un film risponde: E’ un atto responsabile, soprattutto (…) fare un film è dare corpo ad un’idea, mettere assieme frammenti di luce, immagini, concetti, parole, suoni. Ombre che diventano occhi, facce, persone, un mondo che, racchiuso in un fotogramma, diventa vita. Bibliografia
Ciappina G., Caprini P., Manuale di Cinematerapia, Istituto Solaris, 2007.
Tagliaferro M., Cinematerapia e benessere spirituale, 2008.
EU.R.E.S., Rapporto 2007, Unione Provincie del Lazio.
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