I fotoromanzi, le dispense popolari e i fumetti d’amore, i cineromanzi, le cartoline e la carta da lettere dei fidanzati…sono queste le carte rosa, alcune scomparse altre ancora diffusissime.
La storia delle carte rosa non è tanto la storia di come eravamo ma di come sognavamo. Ad aiutarci a sognare si impegnano scrittori di talento, disegnatori della fama di Walter Molino, Giulio Bertoletti, Rino Albertarelli o registi come Damiano Damiani, attori come Giorgio Albertazzi, Renzo Arbore, Walter Chiari, Gina Lollobrigida, Sofia Loren, Liana Orfei, Mario Riva, Delia Scala, soubrette come Raffaella Carrà, cantanti come Massimo Ranieri. Avranno i fotoromanzi un ruolo importante e se ancora oggi milioni di persone di ceti differenti leggono storie d’amore, è evidente che il rosa non può esser stato in tutta la sua storia un sottoprodotto culturale come viene comunemente considerato. Il successo del rosa sta nella forte presenza del sentimento nella possibilità di avere un angolo segreto in cui vivere, sia pure virtualmente, sensazioni di calore ed emozioni profonde (Ermanno Detti).
Esiste a livello mondiale una vera industria del rosa, ricordiamo la casa editrice Harlequin che vende Harmony o la Bluemoon della Curcio per non dimenticare la storica Lancio con i suoi fotoromanzi esportati in tutto il mondo. Il volto dei protagonisti deve sembrare familiare e per questo nelle storie d’amore a fumetti come in quelle di Grand Hotel spesso i volti degli eroi ricalcano quelli di attori famosi, delle star del cinema. Il successo dei fotoromanzi è legato alla diffusione del cinema e al fenomeno del divismo; questi film di carta costituiscono una forte attrattiva per chi, soprattutto in provincia, non ha la possibilità di vedere i film sullo schermo ed offrono la possibilità di esser letti da più persone o semplicemente riletti per rievocare emozioni provate durante la visione del film. La maggior diffusione il cineromanzo l’avrà negli anni cinquanta con l’affermazione del genere rosa anche nel cinema. Film come il Brigante Musolino, Romanzo d’amore, Notorius, Riso amaro, Mambo, compaiono in accattivanti albi di cineromanzi. Il successo durerà fin quando con l’avvento della televisione, il tempo libero degli italiani verrà riempito dalla riproposta di vecchi successi cinematografici. (Ermanno Detti).
Un posto particolare nel panorama italiano del fotoromanzo è riservato ad un fotografo straordinario, romano di nascita ma nettunese di adozione fin dal 1947: Sergio Zannelli.
Imparentato con una delle famiglie più note di Nettuno, i Censi, oggi è il fotografo per antonomasia delle “Priore” che annualmente indossano il famoso abito rosso scarlatto durante la festa della Madonna delle Grazie.
La sua passione nasce dall’ occasionale ritrovamento a terra di un fotogramma di pellicola 35mm che stimola, incuriosisce la sua mente giovanile e lo porta ad intraprendere una Scuola di Fotografia a Roma, subito dopo il diploma scolastico.
Dopo il faticoso apprendistato in vari studi fotografici romani, inizia la sua attività privata ed ottiene un contratto per un noto locale romano di Trastevere il “Meo Patacca” in quel tempo molto in voga tra i personaggi dello spettacolo ed in particolare del cinema. Durante una delle serate nel locale sarà avvicinato da un produttore di fotoromanzi che sta cercando un bravo fotografo per la sua attività.
Da quella sera lavorerà per circa quindici anni (dal 1961 al 1975) producendo molti fotoromanzi: quattro o cinque al mese, per varie testate giornalistiche che furoreggiano in quel periodo.
Sergio Zannelli, ci ricorda, le difficoltà fotografiche: dalla composizione di una scena con le luci idonee alla posizione dei personaggi, dalla profondità di campo alla scelta soprattutto dei luoghi più idonei dove immortalare i vari divi del fotoromanzo.
Trasferitosi definitivamente a Nettuno sarà Zannelli a proporre proprio i nostri due paesi Anzio e Nettuno come set per storie in posti di mare.
Il fotoromanzo in Italia intanto raggiunge il suo massimo splendore e circa venti case di produzione stampano continuamente storie che vengono fotografate al ritmo di una ogni quattro o cinque giorni per poter soddisfare le richieste del pubblico. Molti dei fotoromanzi sono tradotti in varie lingue e spediti in altre nazioni proprio perché i nostri fotografi sono i più bravi e superano di gran lunga la concorrenza straniera.
Tante sono le storie che Sergio Zannelli ricorda durante le sue riprese fotografiche con la sua inseparabile Rolleiflex, tra queste un fotoromanzo del 1971 apparso su Grand Hotel “Dietro il Paradiso” con Raffaella Carrà e Massimo Ranieri. Già star famose, sceglieranno i nostri due paesi, (il fotoromanzo è ambientato a Napoli) per avere maggiore tranquillità e riservatezza.
A Nettuno in un borgo, povero ma pulito, Sergio è accolto da persone molto disponibili che spesso sono chiamate in scena e partecipano con grande entusiasmo: una fra tutte Antonio Tamburrini, detto Totozzo, guardiano di barche presso l’arenile, odierno porto turistico.
Alcune volte sono coinvolto in prima persona, ricorda Zannelli, e dopo aver preparato la scena e il materiale fotografico, divento anch’io un personaggio del fotoromanzo come in “Lauretta” della testata Incanto d’Amore dove sono nelle vesti di un medico del paese.
Tanti personaggi famosi venuti nei nostri paesi per ambientare il loro fotoromanzo rimangono “colpiti” dall’accoglienza e dal clima, in particolare, Sergio Zannelli ricorda Paolo Fossatocci che, venuto occasionalmente per un fotoromanzo, rimane e vive ancora oggi a Nettuno.
Interessante ci sembra infine anche ricordare il fotoromanzo pubblicato dal giornale settimanale “Famiglia Cristiana” numero 42 Ottobre 1960 nella quale si racconta la storia di Maria Goretti con il titolo: Sangue sulla palude. La vicenda spirituale della santa delle paludi è parte integrante della storia di tutte quelle famiglie che con grande forza di umiltà lavorano in una terra non ancora bonificata. Il fotoromanzo, dopo la canonizzazione di Maria Goretti nel giugno 1950 da parte del papa Pio XII e la proclamazione di Maria a compatrona di Latina e patrona dell’Agro Pontino, coinvolge tutta la comunità di Le Ferriere. Quasi tutti i personaggi e gli ambienti sono reclutati sul posto ed in particolare la protagonista Imelda Gomiero, nella parte di Maria Goretti, vive e ricorda la bella esperienza del fotoromanzo nella città di Cisterna di Latina.
Anche le cosiddette carte povere: figurine, calendarietti profumati, segnalibri, scatole, biglietti d’ingresso, brochure, scatole dei fiammiferi, pianeti della fortuna, pur non avendo la ricchezza di un libro o di una locandina cinematografica, di un manifesto o la dignità di un giornale, sovente faranno ricorso ad immagini di film in voga o a dive del momento. La collezione di questi materiali oggi quasi del tutto irreperibili e difficilmente conservati dà risultati sorprendenti. Non la storia ufficiale del cinema ma comunque una storia meno palpabile, sconosciuta. La storia delle fantasie, dei sogni, donne sempre belle, mondo voluttuario, trasgressivo cui aspira il ceto emergente. Molte di queste carte povere possono esser considerate le antenate delle attuali pubblicità (Ermanno Detti).
I manifesti di oggi, le locandine cinematografiche, le copertine dei dischi, gli spot televisivi hanno debiti incalcolabili con quei pochi centimetri di carta povere ma belle, capaci di farci sgranare gli occhi e di farci sognare. Per milioni di persone diventeranno familiari volti e scene di film difficilmente raggiungibili. Ne riproponiamo una carrellata esemplificativa sperando di ammaliare anche il lettore di fronte ad immagini nello stesso tempo ingenue ed accattivanti non tralasciando i semplici biglietti e pubblicità di film e cinema delle nostre città. Privi di intenti pedagogici nutrono la fantasia di intere generazioni. Ricordarle è un’operazione culturale non marginale, necessaria per recuperare la memoria di immagini forse artigianali ma senz’altro calde e tenere. (Ermanno Detti: Le carte rosa, La Nuova Italia, 1990 – Le carte povere – La Nuova Italia, 1989 – Ermanno Detti a nostro parere è uno dei più straordinari scrittori e ricercatori delle letture giovanili. Dal fumetto al fotoromanzo rosa, al giallo. Ha archiviato e studiato romanzi, giornali illustrati, fogli volanti, carte povere con particolare attenzione all’illustrazioni con pubblicazioni dalle vesti grafiche eccelse).
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