Con questo titolo, vogliamo ricordare i momenti d’oro del cinema, quando si entrava anche a spettacolo iniziato e, se non vi erano più poltrone disponibili, sulla cassa della biglietteria si accendeva la scritta platea in piedi; oramai situazioni del genere sono purtroppo un ricordo, parliamo di cinema di qualche tempo fa, intriso di fumo stantio e d’odore di disinfettante, di un cinema che ora non esiste più.
Nelle pagine del libro non cercate quindi il giudizio di critici, ma le impressioni di spettatori come voi, che preferiscono gli aneddoti sul cinema ed i pettegolezzi sul mondo degli attori e delle attrici. Di conseguenza si prendano le nostre parole con il beneficio d’inventario e con la comprensione che si può avere per dei dilettanti entusiasti innamorati del cinema e delle proprie città, con la speranza che anche dei semplici narratori possano, come il cinema, fabbricare o far rivivere sogni (Maurizio Baroni, Platea in piedi, Bolelli editore, volumi 0/1/2).
Partiamo quindi per questa avventura nella quale ripercorreremo velocemente le tappe che hanno portato alla nascita del cinema, ai suoi primi vagiti ed in modo più particolareggiato, chiedendo venia per inevitabili inesattezze, visto che tutte le notizie riferite sono dovute solo a colloqui con vecchi nettunesi o portodanzesi (non esiste una letteratura precedente in proposito), alla storia dei film girati ad Anzio e Nettuno ed a quella delle nostre sale cinematografiche, oramai un lontano ricordo, almeno per Nettuno.
Il cinema affonda la sua origine nella notte dei tempi, quando cioè per la prima volta gli uomini guardano i riflessi della fiamma sulle pareti delle caverne. Il potente fascio di luce che proietta le ombre sullo schermo è la prima idea creativa della cinematografia moderna.
Molto tempo prima della scoperta del cinema, le platee assistono con meraviglia agli spettacoli di ombre cinesi ed a quelli delle tremolanti immagini proiettate dalle prime lanterne magiche.
Intorno al 1750 si manifesta un interesse crescente e del tutto nuovo per gli spettacoli ottici che continuano senza intervalli sino all’avvento del cinematografo, insieme alla diffusione delle pubblicazioni illustrate di tipo popolare che si affermano man mano che il costo della stampa diminuisce.
Gli spettacoli di ombre cinesi sono di gran moda in tutta Europa, si ha notizia di un tal genere di spettacoli in Cina, fin dall’ undicesimo secolo e da questi anni in poi il repertorio non varierà di molto, solo che col passare del tempo e con i primi viaggiatori, le ombre cinesi migrano dall’estremo al medio oriente, poi in Turchia, in Grecia e quindi vengono introdotte anche in occidente agli inizi del XVII secolo.
Si ha notizia del loro passaggio in Germania nel 1770 dove un personaggio come Goethe si costruisce un teatrino di ombre cinesi tutto per lui.
Le rappresentazioni basate sulla pittura come spettacolo raggiungono il loro punto massimo col diorama, lanciato a Parigi nel 1822 da Louis Jacques Mandè Daguerre, il cui lavoro in campo fotografico, diciassette anni più tardi, darà un contributo di grande importanza all’evoluzione del cinema. Si tratta di dare vita ad immagini: un lungo dipinto viene fatto passare lentamente davanti ad una apertura del proscenio, creando così l’impressione di un paesaggio in continuo cambiamento. Un tipo d’effetto che anticipa le panoramiche del cinema moderno.
Con l’avvento della fotografia e dopo tanti primi tentativi di proiezione, si realizza un sistema soddisfacente grazie al quale, su pellicole di celluloide, si può riprendere e proiettare film in movimento grazie a due fratelli francesi di Lione che hanno una fabbrica di materiale fotografico: Auguste e Louis Lumière (Il Cinema, De Agostini, 1983, voll. 1/10).
Il ventotto dicembre 1895 i fratelli Lumière presentano ad un pubblico pagante il primo vero spettacolo cinematografico. Il cinema è nato ed il pubblico parigino applaude con entusiasmo alla scoperta che avrebbe rivoluzionato il tempo libero ed innegabilmente la cultura.
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