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CIAK, SI GIRA!
Anzio, Nettuno e dintorni...

a cura di:
VINCENZO MONTI
ALBERTO SULPIZI

Progetto grafico e impaginazione
ALESSANDRO TOFANI


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INDICE -
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04 - PLATEA IN PIEDI
NETTUNO-ANZIO SET CINEMATOGRAFICO
DAL 1900 AI NOSTRI GIORNI
I primi decenni: 1900-1940

Una fondamentale carenza d’organizzazione caratterizza il primo decennio del cinema muto italiano: l’intensa fioritura di quegli anni si deve infatti più all’iniziativa di singoli intraprendenti che ad un preciso disegno industriale.
Le condizioni per la nascita di una industria cinematografica si creano tra il 1905-1906, quando l’avvento dell’era giolittiana favorisce commerci, affari ed investimenti anche in un settore nuovo e promettente com’è quello del cinema.
Con la moda del lungometraggio il cinema muto italiano raggiunge la sua epoca d’oro.
Film storici, comici, veristi o mondani vengono lanciati sul mercato affermandosi prepotentemente anche all’estero.
Di questo periodo è una interessante cartolina con una immagine scattata tra Anzio e Nettuno, all’altezza del villino Colonna, edita dal foto editore A. Auda di Anzio, con studio in via Nettuno, n°6 dal titolo: Anzio, Scena cinematografica.
Una certa tradizione sostiene, possa trattarsi delle riprese di 1860 di Alessandro Blasetti del 1934, storia garibaldina liberamente tratta da un racconto di Gino Mazzocchi, sceneggiato dall’autore con Blasetti ed Emilio Cecchi.
In realtà, ciò si può escludere dopo il ritrovamento della stessa cartolina spedita in data nove settembre 1918 peraltro sicuramente di qualche anno antecedente. Potrebbe quindi trattarsi, ma è solo una flebile ipotesi, del primo vero film a soggetto, girato in Italia da italiani nel 1905, per commemorare il 35° anniversario dell’avvenimento, ovvero del film storico: La presa di Roma, XX settembre 1870, girato da Filoteo Alberini, proiettato il 20 settembre 1905, duecentocinquanta metri (contro i quaranta/sessanta normali), cinquecento lire il costo, oggi se ne conservano settantacinque metri, pari a circa quattro minuti (I record del cinema, Patrick Robertson, Gremese editore, 2004).
Da allora i produttori italiani avrebbero intuito la miniera di possibilità offerte dal filone storico, come per esempio nel caso del film Cabiria di Giovanni Patrone e Gabriele D’Annunzio.
Riferisce Ennio Silvestri in C'era una volta... Anzio (pag. 51 e sgg.), che negli anni dieci ad Anzio, le Grotte di Nerone rappresentano una grande attrazione tanto che qui nel 1911 si gira il film La Divina Commedia (vedi cap. Veiietri: Heiios film). In una scena del film i diavoli escono dalle grotte e vanno al largo a recuperare i dannati: per questa scena il compito è affidato a giovani anziati esperti nuotatori. Tra i giovanotti della città nero-niana toccherà a Riccardo P. la fortuna di portare in braccio l'avvenente e discinta protagonista del film la star dell'epoca Vittorina Lepanto. In quei primi momenti del nascente cinema italiano, Anzio sarà set cinematografico per il Quo Vadis del 1913, per il film Come le foglie o Ma l'amor mio non muore, girato nel 1914, nonché per il film Maria di Magdala del 1917 filmato sulle rovine del palazzo di Nerone.
Per il film Qua vadis, ci vollero mille comparse tra soldati e cittadini romani guidati dall'abile regia di Enrico Guazzoni e con protagonisti di assoluto livello come Amieto Novelli, Lyda Barelli e Francesca Berlini che era solita alloggiare presso la famiglia del conte Forlani di cui era molto amica. Le cinquecento comparse arrivarono da Roma e per queste fu messo a disposizione un treno speciale.
Passano la sera al pian terreno del Grand Hotel Bernini, il cui proprietario Novara ha una bellissima figlia che secondo una certa tradizione locale in seguito farà la sosia di Joan Crawford. Si racconta inoltre che, l'Hotel Bernini ospitasse un lussuoso cinema, arredato con poltrone, decisamente elegante, in grado di offrire un tranquillo e comodo diversivo. I film sono accompagnati da un suonatore di piano ed in questo eccelle Agnese Tontini, maestra, di pianoforte.
Da segnalare, come riportato nella rivista Cine dilettante, n° 1 del gennaio 1931, rivista di rassegna mensile per dilettanti di cinematografia diffusa in Italia negli anni trenta, la moda del cinedilettantismo sull’onda del grande successo del cinema. Concorsi artigianali a premi venivano indetti particolarmente da ditte specializzate in materiale cinematografico, come la Pathè Baby produttrice di proiettori e la rivista stessa, nella sezione concorso cinedilettante, tema villeggiatura. I due film primi classificati, nel 1931, sono stati girati a Nettuno: primo classificato Tramonto di un sogno, regia, sceneggiatura, soggetto di Carlo Tosi; il secondo premio va ad Un mattino in Arabia, girato al Lido di Giovannino al Belvedere.
Con la collaborazione di un grande collezionista di manifesti di film ed appassionato cultore di pellicole d’epoca, Serafino Bizzarri, proviamo a stilare un elenco di film girati ad Anzio e Nettuno e nei loro dintorni.
L’elenco senz’altro incompleto e non esaustivo è solo un primo tentativo di formulare una lista che comprende film di una certa notorietà o di cui abbiamo conoscenza, aperti a recepire altre segnalazioni che i nettunesi e portodanzesi spesso chiamati ad esser partecipi entusiasti come comparse, volentieri ricorderanno, ritornando ai tempi della loro gioventù.
Il nostro paese è stato spesso scelto dai registi cinematografici per il pittoresco carattere di alcuni suoi scorci come il Borgo, il Castello, Torre Astura. Infatti, appena finita la guerra in Abissinia, a Nettuno cominciano ad affacciarsi con armi e bagagli svariate troupes cinematografiche per girare scene di scontri ed inseguimenti a cavallo, più che altro scene di massa, nel meraviglioso teatro naturale dell’entroterra nettunese dell’Acciarella, Ferriere, Campomorto, Torre Astura. Ad Anzio i luoghi più gettonati sono oltre lo splendido Paradiso sul mare, il porto e la riserva di Tor Caldara.
Nel 1937 alle Ferriere, si realizzano scene di cow-boys, sullo stile western americano, nel film Rosa di sangue con la mitica Viviane Romance, attrice quotatissima e George Flamant, con la regia di Christian Jacque.
Si reclutano le comparse fra i butteri della zona ed alcuni studenti nettunesi cavalcano emulando Tom Mix.
Tale film costituisce la pietra miliare del western all’italiana. Ai giovani vaccari che devono cadere per finzione da cavallo vengono date cinquanta lire a caduta che poi vanno a spendere la sera all’osteria di Romano D’Annibale in via dei Volsci, mangiando, bevendo e raccontando le loro avventure (Augusto Rondoni, Nettuno otto/900, tipolito Ischia,1985).

Il film il deserto dei Tartari. Tra le comparse nettunesi
che vi partecipano si riconosce Livio Collalti, Giancarlo Tartaglia e...

 

 


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ALBERTO SULPIZI

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